Home Attualità e Società Schiaffo alla tradizione napoletana, il miglior caffè d’Italia si beve a Rovigo

Schiaffo alla tradizione napoletana, il miglior caffè d’Italia si beve a Rovigo

Il miglior caffè d'Italia si beve a Rovigo
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Il miglior caffè espresso d’Italia è a Rovigo, per la precisione al bar ‘Baribal‘, a dirlo è l’Istituto Espresso Italiano. A Milano si è da poco conclusa la Espresso Italiano Champion 2022, competizione per baristi di tutta Italia. Quest’anno la “tazzina d’oro” è stata assegnata a Nico Bregolin, 43 anni, proprietario del bar ‘Baribal’.

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‘Migliore professionista in tema di espresso’ e cappuccino questo il titolo aggiudicato dal bar e dal suo proprietario. La competizione si è svolta a Piazza Duomo precisamente a Saporè, ed è stata valutata da una commissione di giudici tecnici e sensoriali. In soli undici minuti Bregolin ha tarato la sua attrezzatura e preparato quattro espressi e quattro cappuccini. Gli otto prodotti sono stati poi valutati dall’equipe di giudici.

La tradizione del caffè napoletano 

La tradizione italiana della tazzina di caffè è spesso rivendicata dal capoluogo campano. A Napoli fare il caffè è da sempre considerato un arte, ognuno ha le sue tradizioni e ogni famiglia ha i suoi “trucchetti”. C’è chi lo preferisce amaro e chi dolce, chi non lo beve dopo pranzo e chi invece non sa terminare una pausa senza un suo sorso.

I criteri del “caffè perfetto” 

I criteri per scegliere il vincitore sono i parametri di qualità dell’Istituto Espresso Italiano. “Una tazzina con circa 25 millilitri di caffè ornato da una crema consistente e di finissima tessitura, color nocciola, sciropposo con aromi intensi e ricchi di note di fiori, frutta, cioccolato e pan tostato” per l’espresso. Il cappuccino deve invece avere “una crema altrettanto fine e lucida, con perfetto bilanciamento di aromi del latte e del caffè“.

La scelta del miglior caffè viene effettuata alla cieca, i giudici infatti assaggiano tutti i caffè senza conoscerne il bar d’appartenenza. Luigi Morello, presidente dell’Istituto Espresso Italiano, ha detto: “Dopo tre anni di pausa forzata siamo tornati con la nostra competizione tra baristi, nata per valorizzare una professione fondamentale per l’ospitalità italiana“. “L’espresso e il cappuccino italiano nonostante la globalizzazione rimangono il simbolo dell’italianità e la nostra missione è valorizzare sia la qualità in tazza sia quanti lavorano ogni giorno dietro il banco per ottenerla” conclude.

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