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Scomparsi in Messico, le speranze non sono finite: “Auguri papà, so che ci rivedremo”

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Le speranze non sono finite, la famiglia Russo spera ancora di riabbracciare i loro familiari scomparsi nel nulla in Messico. Dal 31 gennaio 2018 si sono perse le tracce di Raffaele Russo, 60 anni, il figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino. Oggi è il compleanno di Raffaele Russo. Il figlio Francesco gli ha fatti gli auguri sui social: “Un solo eroe conosco nella mia vita, colui che non ci fa mai avvilire. Un uomo solo per la famiglia, amante dei propri figli, della propria moglie della propria famiglia.

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Sempre pronto a stendere la mano a tutti anche a quelli che non lo meritano. Una di quelle persone che se il mondo ti cade addosso risolve tutto con una battuta e a strapparti un sorriso anche quando non c’è niente da ridere. Insomma un Uomo a tutti gli effetti . Generoso , altruista e pieno di sentimenti. Auguri papà, auguri a te che sei il mio pilastro sei nei miei pensieri costantemente. Passa il tempo ma la speranza di rivederti non mi abbandona mai perché so che ci rivedremo”. 

La condanna 

Il tribunale messicano ha condannato a 50 anni di carcere un pugno di agenti di polizia corrotti, che li ha sequestrati e consegnati ai narcos per soli mille pesos a testa, l’equivalente di 41,63 euro.. All’ultima udienza del processo una poliziotta coinvolta è fuggita dal tribunale come in un film sui gangster di Hollywood. L’ultimo colpo di scena è la fuga della centralinista il primo aprile, data dell’udienza prima della condanna. Lidia Guadalupe Lopez, ha approfittato di una pausa del processo per allontanarsi dal tribunale facendo perdere le tracce. La donna ora è ricercata, ma il 9 aprile tutti i poliziotti coinvolti nella vicenda sono stati condannati a una pena di 50 anni di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

 

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