Home Cronaca Elicotteri su Secondigliano e Scampia, maxi blitz contro la Vanella Grassi

Elicotteri su Secondigliano e Scampia, maxi blitz contro la Vanella Grassi

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Dalle prime luci dell’alba è in corso una maxi operazione di Carabinieri e Polizia di Stato nei quartieri di S. Pietro a Patierno, Secondigliano e Scampia. In esecuzione, sotto il coordinamento  della Direzione Distrettuale Antimafia, 51 misure cautelari. Eseguite carico di altrettanti soggetti ritenuti affiliati al clan camorristico de “La Vanella Grassi”. Sono ritenuti gravemente indiziati di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata alla commissione di una pluralità di reati e di altre attività illecite. Tra questi traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni e detenzione illegale di armi.

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La storia della Vanella Grassi

La regola della Vanella Grassi da sempre è una soltanto: le posizioni apicali nel clan sono legate ai rapporti di parentela o di affinità con la famiglia Petriccione del ras Salvatore ‘o marenar. Questo per anni è stato il ‘segreto’ del gruppo del centro storico di Secondigliano, motivo che ne ha permesso la vittoria nella Terza Faida. Proprio durante l’ultima guerra tra Secondigliano e Scampia decapitato il triumvirato che l’aveva guidata in quel frangente (i nipoti di Petriccione Antonio Mennetta e Rosario Guarino insieme ad Antonio Leonardi), la Vanella Grassi passò nelle mani di Antonio Accurso, ancora ai domiciliari a Scauri, e al fratello Umberto, suo ‘braccio militare’ sul territorio.

Un periodo di governo durato fino all’arresto di Antonio (maggio 2014). Successivamente è l’ora dei cugini degli Accurso, Antonio Coppola e Gaetano Angrisano (scarcerato nelle scorse settimane e fratello di Francesco, ucciso in un agguato al Lotto G). Ad essi si affiancarono il “responsabile economico” del clan, Giuseppe Corcione e un altro giovane promettente Roberto Ciuoffi. Le ultime scarcerazioni eccellenti di Angrisano (genero di Salvatore Petriccione) e, poche settimane fa, di Paolo Esposito, figlio di Vincenzo ‘o Porsche e soprattutto genero di Luigi Magnetti, rappresenterebbero la ‘continuazione’ della tradizione del gruppo di Secondigliano, quello che, qualche anno fa Antonio Mennetta voleva porre “a capo di un Impero”.

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