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Sospeso il medico che ha operato Angela Iannotta e Francesco Di Vilio: “Ha causato lesioni gravi e decesso dei suoi due pazienti”

Francesco Di Vilio, deceduto il primo gennaio scorso al Cardarelli, e la 29enne Angela Iannotta
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Il Commissariato di Polizia di Marcianise ha eseguito la misura cautelare del divieto di esercitare la professione sanitaria per la durata di dodici mesi disposta dal GIP di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di C.S.A., chirurgo bariatrico operante in diverse strutture sanitarie convenzionate col SSN. Il provvedimento cautelare era stato richiesto da questa Procura all’esito di una indagine avviata a seguito della denuncia di Angela Iannotta, paziente che era stata operata più volte dall’indagato, e che aveva subito in conseguenza dell’intervento lesioni gravissime che ne avevano messo in pericolo la vita; a questa denuncia seguiva la denuncia dei familiari di Francesco Di Vilio, deceduto a seguito di un intervento effettuato dal chirurgo indagato. Le due famiglie sono assistite dall’avvocato Raffaele Gaetano Crisileo.

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La procura ha affidato un incarico di consulenza tecnica a collegio di medici specializzati, al fine di accertare le cause delle lesioni gravissime e della morte delle due persone offese. Ad esito degli accertamenti si è acclarato che la condotta negligente e imperita del chirurgo — posta in essere anche nelle fasi successive agli interventi effettuati sui pazienti- è stata la causa delle lesioni occorse ad Iannotta e del decesso di Di Vilio

Il chirurgo ha altresì alterato la cartella clinica della paziente Iannotta, falsificando la firma della stessa in calce al consenso formato precedente l’operazione. La misura cautelare è infatti stata disposta dal GIP di SMCV per i reati di omicidio colposo e di falso in atto pubblico ed è stata notificata anche agli organi competenti per la sospensione dall’esercizio della professione in via ordinaria. È d’obbligo rilevare che l’odierno destinatario della misura cautelare è, allo stato, solamente indiziato di delitto, pur gravemente, e che la sua posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo l’emissione di una sentenza passata in giudicato, in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.

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