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Spari fuori al bar a Qualiano, le condizioni dei 2 giovani feriti da Bevilacqua

Spari fuori al bar a Qualiano, le condizioni dei 2 giovani feriti da Bevilacqua
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Castrese D’Alterio non è più in pericolo di vita mentre Michele Di Palma resta in coma farmacologico e continua a lottare per la vita. I due giovani sono stati ricoverati dopo la sparatoria a Qualiano, dietro la quale potrebbe esserci vendetta dopo una lite con due fratelli dietro il folle gesto di Marco Bevilacqua.

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Il 37enne che sabato sera ha aperto il fuoco tra la folla davanti al bar Nirvana Spritz di Qualiano ferendo 4 giovani. Bevilacqua avrebbe minacciato la guardia giurata con un coltello per farsi consegnare la pistola. Dopodiché ha poi raggiunto il bar Nirvana Spritz su una bici elettrica, che ha poi usato per tentare la fuga dopo aver esploso diversi colpi.

LA POSIZIONE DI BEVILACQUA

Bevilacqua è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per tentato omicidio plurimo, detenzione e porto di arma comune da sparo e rapina aggravata emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord. Difeso dall’avvocato Nunzio Mallardo, durante l’interrogatorio di garanzia il 37enne ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere nel merito dei fatti ma ha dichiarato di essere iscritto al Sert.

Sul posto i carabinieri hanno rinvenuto sei bossoli calibro 9×21. Secondo la prima ricostruzione effettuata dai militari Bevilacqua aveva un coltello e ha minacciato di morte per minacciare un vigilante riuscendo a portare via la pistola. L’uomo che ha sparato ha precedenti per droga, rapina ed estorsione. I carabinieri lo avevano già arrestato nel 2016 dopo un inseguimento di una decina di chilometri perché non si era fermato all’alt dei militari. Bevilacqua in quell’occasione guidava senza patente un’auto priva di assicurazione.

La morte del suocero dell’uomo fermato per la mattanza di Qualiano

Il 37enne non sarebbe comunque ‘nuovo’ a fatti di sangue. Nel 2006, quando aveva 20 anni, fu arrestato per l’omicidio del suocero, avvenuto il 24 gennaio di quell’anno a Scafati, delitto avvenuto dopo un litigio. Nel 2008, fu condannato in Appello a 14 anni e 4 mesi di reclusione.

Bevilacqua trascorse alcuni anni in carcere prima di ritornare in libertà: dunque ammise di aver sparato contro il suocero, precisando però che quella pistola non era sua, ma della vittima.  Secondo la sua versione, sarebbe stato il suocero ad estrarre l’arma, quando la discussione era degenerata, e a puntargliela contro. A quel punto il giovane, nel tentativo di difendersi, avrebbe bloccato la mano del suocero ed impugnato la pistola dalla quale sarebbe partito accidentalmente il proiettile mortale.

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