Vittoria per il Comune di Napoli, una pesante sconfitta per le compagnie aeree. Si è concluso il duro braccio di ferro amministrativo in merito all’introduzione della tassa di imbarco di 2 euro all’aeroporto di Capodichino. Dopo mesi e mesi di battaglie legali condotte da Palazzo San Giacomo contro l’Ailcaf (Associazione Italiana Compagnie Aeree low fares) – e le compagnie aeree Volotea, Ryanair ed Easyjet, il Municipio ha vinto il ricorso al Consiglio di Stato. Il supremo organo amministrativo statale ha infatti riconosciuto la piena legittimità del “diritto di imbarco aeroportuale” ratificato dal Comune. Così è stato messo un punto al lungo contenzioso amministrativo. Il Consiglio ha infatti ritenuto il provvedimento comunale in merito all’addizionale imposto sui diritti dell’imbarco pienamente conforme alla legge.
Il patto per Napoli
L’addizionale comunale prevista per tutti coloro che si imbarcano nello scalo partenopeo risale a un po’ di anni fa. L’imposta è stata infatti rilanciata dall’amministrazione comunale presieduta dal primo cittadino Gaetano Manfredi, con l’obiettivo di risanare il disavanzo delle casse comunali. Si tratta di un deficit pesante derivante dalla mancata riscossione di tasse, canoni e multe negli anni precedenti. Inoltre, si aggiungono numerosi altri debiti finanziari accumulati dalle precedenti amministrazioni municipali.
Così per risanare le casse erariali il sindaco ha firmato nel marzo 2022 con l’ex Presidente del Consiglio Mario Draghi il cosiddetto Patto per Napoli. Si tratta di un importante accordo in virtù del quale il Governo si sarebbe impegnato a far confluire circa 1 miliardo e 231 milioni di euro nelle casse municipali fino al 2042. In cambio, però, il Comune si è impegnato a mettere in campo una serie di misure e di riforme al fine di risollevare il bilancio comunale. Ed è proprio in questo quadro che si inserisce, accanto all’aumento dell’addizionale Irpef dello 0,2% e alla lotta contro l’evasione fiscale, anche la nuova tassa di imbarco sugli aerei internazionali che decollano dalla pista di Capodichino.
Il lungo contenzioso amministrativo sulla tassa di imbarco a Capodichino
Tuttavia l’introduzione dell’addizionale di 2 euro sugli imbarchi ha prodotto non poche scintille. A dicembre 2023 è arrivata al Tar la decisione che dava ragione agli organi di Palazzo San Giacomo. Così si è aperto un lungo tavolo di confronto durante la primavera 2024 per definire un Protocollo d’Intesa tra la Gesac, la società che gestisce lo scalo partenopeo, ed il Comune. L’obiettivo era quello di versare circa 10 milioni di euro, pari ai corrispettivi dell’anno precedente. Ma le dispute non sono finite qui. Sono infatti proseguite davanti al Consiglio di Stato, che ha finalmente espresso il suo benestare in merito all’introduzione della tassa di imbarco.
Il quadro in Europa e in Italia
Si tratta di una manovra che si inserisce all’interno di un disegno delineato da un emendamento europeo alla legge di bilancio a fine 2024. Le misure infatti prevedono un 2025 caratterizzato da un generale aumento in tutta l’area Euro delle tasse di imbarco per i voli diretti verso destinazioni extra-europee. In Italia si tratta di una disposizione tesa a realizzare sufficienti fondi proprio per rilanciare gli investimenti dei Comuni italiani nei settori dell’edilizia urbana e degli appalti. Infatti, stando ai bilanci economici stimati, queste politiche sarebbero finalizzate a ottenere proventi pari a circa 5,33 milioni di euro per il solo anno in corso. Poi per il 2026 l’obiettivo sarà quello di incassare ben 8 milioni.
Gli aumenti previsti però interesseranno soltanto gli scali nazionali il cui traffico passeggero supera i 10 milioni l’anno. Secondo gli studi e le statistiche condotte da Enac svetta in cima alla classifica l’aeroporto di Roma Fiumicino, con i suoi 40,3 milioni di passeggeri. A seguire, i 25,9 milioni di afflussi a Milano Malpensa, 16 milioni a Bergamo Orio al Serio, 12,4 milioni a Napoli Capodichino, 12,4 milioni a Venezia Tessera e infine 11,3 milioni di presenze a Catania.
Le parole dell’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta
“Sulla tassa di imbarco il Consiglio di Stato conferma la correttezza della nostra impostazione, naturalmente conseguente alla legge statale che ha dato vita al Patto per Napoli, che oggi, con tale sentenza, esce ulteriormente rafforzato“, ha affermato l’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta, sottolineando come questa manovra è destinata a dare una grande spinta alle politiche locali.
“Il crescente numero di passeggeri all’aeroporto di Napoli smentisce le previsioni degli operatori per scongiurare l’aumento e che erano alla base del ricorso. La tassa di imbarco, come abbiamo sempre sostenuto, non ha ridotto, nè dirottato i flussi turistici da Napoli; ma contribuisce a migliorare il bilancio comunale per realizzare i servizi e l’accoglienza di cui ha anche i turisti usufruiscono” ha concluso l’assessore, rispondendo così a tutte le previsioni degli operatori del settore, che temevano alcuni possibili esiti negativi in merito a un possibile calo dell’afflusso turistico e passeggero nello scalo partenopeo e un’eventuale deviazione di questi verso altri poli aeroportuali.