“Vogliamo cambiare vita, abbiamo intenzione di collaborare con la giustizia”. Parole che hanno sorpreso un po’ tutti quelle di Raffaele Imperiale e Bruno Carbone, due noti broker della camorra, arrestati qualche settimana fa. Stamattina davanti al Gip Carola della X Sezione del tribunale del Riesame di Napoli hanno ufficializzato la loro scelta. Poche parole ma chiare, quelle rituali di chi ha deciso di svelare intrecci e affari del sistema, in particolare quelli del mondo della droga.
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I due broker hanno fatto da padrone nel mondo della droga per molto tempo. Fino a quando sono stati entrambi arrestati nel giro di poche settimane a Dubai.
Chi è Raffaele Imperiale
Raffaele Imperiale non è solo un narcotrafficante, bensì un broker in grado di muovere la sua merce in tutto il mondo attraverso una fitta rete di collaboratori. Dunque ha messo in piedi una struttura criminale in grado di far percorrere la cocaina migliaia di chilometri dal Sudamerica all’Europa e talvolta fino in Australia. Sofisticato era, soprattutto, il sistema finanziario dell’organizzazione che riusciva da una parte a pagare la droga con stratagemmi finanziari e in poco tempo riciclarne i profitti. Il gip del Tribunale di Napoli, Linda D’Ancona, ha ricostruito l’organigramma nell’ultima ordinanza di custodia cautelare.
Chi è Bruno Carbone
Bruno Carbone è considerato uno dei più grandi narcotrafficanti del mondo. Infatti per anni avrebbe gestito il rapporto con i colombiani che rifornivano diversi clan di camorra: dai Nuvoletta ai Ciccarelli del Parco Verde di Caivano, fino ai clan del Rione Traiano. Oggi, però, il super-narcos è stato arrestato a Dubai dopo una latitanza iniziata nel 2003 quando venne condannato a 20 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti lungo la rotta Spagna-Napoli-Catania.
I rapporti tra i due
Avrebbe pagato una cifra considerevole, il narcotrafficante Raffaele Imperiale, per liberare dall’arresto il suo sodale più fedele, il narcos Bruno Carbone, per molti anni latitante e trasferito in Italia due giorni fa in stato di arresto in quanto condannato per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. A riferirlo agli inquirenti, l’11 gennaio del 2019, è il collaboratore di giustizia Andrea Lollo. Si tratta di informazioni che il “pentito” ha appreso de relato, dal cugino di Carbone. Secondo le notizie che gli erano state confidate, Bruno Carbone si era recato a Dubai con un aereo privato e con documenti falsi per incontrare Raffaele Imperiale.
Una volta sbarcato, però, l’Interpol si accorse che i documenti in suo possesso erano di provenienza furtiva e per questo venne arrestato. La notizia giunse anche a Imperiale il quale, racconta Lollo: “saputo dell’avvenuto arresto è intervenuto presso l’Interpol, a dire di Marco Simeoli (il cugino di Carbone) pagando una cifra rilevante e così l ‘Interpol aveva indicato tre giorni come termine entro il quale il Carbone doveva lasciare Dubai”. E, infatti, fa sapere il collaboratore di giustizia: “Carbone sarebbe ripartito da Dubai con l’aereo privato e si sarebbe recato in un Paese dell’Est”.