[nextpage title=”Falsi assicuratori, avvocati o carabinieri”]
Si fingevano impiegati delle poste, assicuratori, avvocati o carabinieri, con il “telefonista” che diceva alla vittima prescelta che un familiare doveva saldare il debito per ritirare un pacco o che aveva provocato un incidente stradale, che l’assicurazione era scaduta e che, per “sistemare” le cose, era necessario consegnare denaro o gioielli. Era questa la dinamica che si ripeteva continuamente e che si cooncludeva con l’arrivo di un complice a casa delle vittime per prelevare il denaro. Una truffa scoperta dai malcapitati soltanto quando non vi era più possibilità di tornare indietro, parlando con i propri familiari tirati in ballo dai truffatori. Per questi motivi i carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno dato seguito ad un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Roma di cui sono destinatari 17 persone del Napoletano. Sette persone sono finite in carcere e altre 10 ai domiciliari, di cui 13 gravemente indiziate di appartenere a un sodalizio criminale dedito a truffe ed estorsioni in danno di anziani e gli altri 4 di avere avuto un ruolo nell’esecuzione dei colpi.
[nextpage title=”Le vittime scelte su Internet e sulle pagine bianche”]
Le indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Trionfale hanno consentito di raccogliere elementi indiziari in ordine al ruolo di tutti gli indagati che in varie batterie composte da due persone, partivano tutti i giorni da Napoli con auto prese a noleggio. Le vittime venivano scelte casualmente tramite ricerche fatte in internet o sulle pagine bianche, contattate da “telefonisti” e poi raggiunte da “corrieri”. Nel corso delle perquisizioni, tuttora in corso, i Carabinieri hanno rinvenuto anche un manuale di istruzione con una dettagliata descrizione delle cose che il telefonista doveva dire alle vittime per compiere le truffe oltre a denaro contante, centinaia di schede telefoniche, decine di telefoni cellulari e un grosso quantitativo di gioielli.
[nextpage title=”Tutto passava attraverso il capo”]
Il principale promotore e organizzatore, elaborava le strategie operative, anche fornendo le indicazioni giuridiche per evitare pene eccessive, cercando di motivare i suoi stretti collaboratori – anche indirettamente – a portare avanti le attività criminali dell’associazione in sua assenza, in quanto detenuto; coordinando, attraverso la disponibilità di un fondo comune, gli interventi legali a favore dei correi, unitamente ad altri due appartenenti alla stessa famiglia che dispensavano consigli sul da farsi ovvero dando veri e propri ordini; occupandosi del successivo monitoraggio, anche attraverso un gruppo whatsapp, dei proventi dei reati commessi; fungendo da “telefonista” coordinando le condotte dei correi con funzione di “corriere”; occupandosi dei reclutamenti dei “corrieri-trasfertisti” “ e del recupero dei corrieri/trasfertisti in difficoltà; facendo i conti di guadagni e perdite e avendo il compito di contribuire alle spese legali degli altri correi.
[nextpage title=”Venivano pagate anche le spese per le trasferte”]
Gli altri 10 indagati per il reato associativo erano organizzatori che coadiuvavano costantemente i promotori, procurando le schede telefoniche per i contatti a maglia chiusa e dando disposizioni sui tempi e modi delle condotte criminali; interloquendo “alla pari” con uno dei promotori in merito alle spese da rimborsare ai trasfertisti e all’ammontare delle somme a loro dovute; punti di contatto tra la famiglia e gli altri associati aventi il ruolo di “trasfertista-corriere”, dando consigli ai predetti; occupandosi di reclutare nuovi soggetti operativi; avendo il ruolo logistico ossia di procacciatore di veicoli a noleggio; avendo il ruolo di accompagnatore dei corrieri nei luoghi di commissione dei reati; telefonisti, esattori-corrieri con il compito di raggiungere materialmente i luoghi indicati dai centralinisti e, mediante la sostituzione di persona, di prendere contatti con le vittime e prelevare i proventi dei reati, anche procedendo all’indebito utilizzo di strumenti di pagamento; procurando documenti per fittizie intestazioni di noleggi auto.
[nextpage title=”Un indagato ha cercato di scappare in treno”]
Durante le fasi operative dell’attività di questa mattina, uno dei destinatari dell’ordinanza, che risultava irreperibile è stato protagonista di un rocambolesco arresto. I Carabinieri non trovandolo a casa hanno scoperto che si trovava in Emilia Romagna dove i Carabinieri di zona lo stavano per raggiungere; a quel punto si è dileguato facendo perdere le proprie tracce, salvo poi scoprire che si trovava a bordo di un treno, in direzione Napoli dove avrebbe tentato di nascondersi. Ad attenderlo alla Stazione di Napoli, travestiti da addetti al treno, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Trionfale che in collaborazione con quelli di Napoli lo hanno bloccato e arrestato.
Nel corso delle perquisizioni, i Carabinieri hanno rinvenuto anche un manuale di istruzione con una dettagliata descrizione delle cose che il telefonista doveva dire alle vittime per compiere le truffe, oltre a circa 40.000 euro in denaro contante, più di 150 schede telefoniche, 30 telefoni cellulari e un grosso quantitativo di gioielli e oggetti in oro. Si precisa che il procedimento è nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.
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