Un nuovo terremoto politico-giudiziario si abbatte sulla città di Giugliano. Questa volta ad essere coinvolti sono l’attuale sindaco Nicola Pirozzi e l’ex primo cittadino Antonio Poziello. Entrambi, infatti, sono indagati a piede libero in un’indagine riguardante l’appalto della nettezza urbana a Giugliano affidato alla Teknoservice. Per i due politici il Pm che indaga sul caso aveva già chiesto gli arresti domiciliari, richiesta però respinta dal Gip del tribunale di Napoli Nord Dott. Vincenzo Saladino.
Ma veniamo ai dettagli dell’inchiesta che si sviluppa su due filoni molto simili, uno riguardante il Comune di Marano (in cui è indagato l’ex sindaco Rodolfo Visconti) ed un altro il Comune di Giugliano dove sono indagati Poziello e Pirozzi. Al centro degli interessi, in entrambi i casi, l’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti. L’appalto sarebbe stato affidato con gravi irregolarità, ma non solo. Ci sarebbero state anche dazioni di danaro, regalo di orologi e promesse nella gestione delle assuzioni all’interno della ditta. Nell’inchiesta sono indagati in totale 25 persone. Coinvolti anche diversi esponenti del Provveditorato alle Opere pubbliche, ex assessori, politici e dirigenti della società Teknoservice.
Per 12 indagati, tra Giugliano e Marano, sono stati chiesti i domiciliari: Nicola Pirozzi, Antonio Poziello, Michele Oliviero, Giuseppe Spacone (ex dirigente della Teknoservice), Luigi Vitiello, Luigi Grimaldi (ex assessore al Comune di Giugliano), Raffaele Schettino, Domenico Abbatiello, Giovanni Paragliola, Vittorio Iorio, Giuseppe Magno, Nicola Benedetto.
In base alla nuova riforma Cartabia dopo l’interrogatorio il Gip potrebbe applicare nei loro confronti un’eventuale misura cautelare o lasciarli a piede libero.
Le accuse a vario titolo sono concorso in turbativa d’asta, corruzione e truffa.
Le accuse all’ex sindaco Antonio Poziello
Secondo la tesi del Pm, ci sarebbe stato un accordo corruttivo tra l’ex sindaco Poziello, Spacone ed Giuseppe D’Addato, esponente del Provveditorato alle Opere Pubbliche, incaricato di nominare la commissione di gara per l’affidamento dell’appalto. Nello specifico Poziello, in qualità di presidente dell’Ato Napoli 2 e candidato a sindaco alle elezioni del 2020, “avrebbe fatto da mediatore tra D’Addato e i referenti della Teknoservice (Di Benedetto e Spacone) per garantire l’aggiudicazione dell’appalto, nonchè avrebbe fornito specifiche indicazioni e suggerimenti per migliorare il progetto tecnico. Inoltre riceveva da Spacone e Di Benedetto una bozza del progetto che poi consegnava ad Antonio Di Nardo affinché la fecesse vedere a Giuseppe D’Addato, con cui lo stesso Poziello avrebbe stipulato un accordo corruttivo dietro ricompensa non solo di tipo economico ma anche di sostegno elettorale alle elezioni del 2020”. Nell’inchiesta si parla di una promessa di dazione da parte della Teknoservice nei confronti di Antonio Poziello e D’Addato di 300mila euro, consegnati attraverso intermediari, per turbare la gara della Nu. Inoltre Poziello avrebbe chiesto un appoggio elettorale in vista delle elezioni, visto l’ampio bacino di voti all’interno della ditta.
Le accuse nei confronti del sindaco Nicola Pirozzi
Il primo cittadino Nicola Pirozzi, per il Pm, “avrebbe compiuto diversi atti contrati ai doveri d’ufficio a vantaggio della Teknoservice”, tra cui la concessione di una proroga tecnica di due mesi benché la Raccolio avesse vinto la gara per presunte cause di forza maggiore, in realtà – scrivono i magistrati – solo per comprire inadempienze dell’aggiudicatario che non aveva ancora avviato le attività preparatorie per iniziare il nuovo appalto”.
Inoltre ci sarebbe stato “l’azzeramento delle penalità contrattuali nononstante le molteplici irregolarità passibili di penalità da parte della Teknoservice nell’espletamento del servizio”; la promessa di assegnazione di ulteriori servizi aggiuntivi alla Teknoservice con relativo adeguamento contrattuale; la promessa della nomina a dirigente dell’Uffico Ambiente dell’ingegnere Giuseppe De Rosa, persona di fiducia della Teknoservice; la gesione dele assuzioni all’interno della ditta con consegna di una lista di persone da inquadrare.
Le accuse nei confronti di Luigi Grimaldi e Luigi Vitiello
Luigi Vitiello avrebbe fatto da intermediario per Grimaldi e si sarebbe fatto consegnare dalla Teknoservice la somma di 60mila euro ed un orologio di marca Paul Picot dal valore di 6mila euro, sequestrati dagli inquirenti nel febbraio 2021, presso gli uffici della ditta di Vitiello. Questi soldi e l’orologio erano stati dati a Vitiello da Spacone e Di Benedetto, per poi essere consegnati a Luigi Grimaldi.
Gli sviluppi dell’inchiesta
Agli atti ci sono anche altri episodi inquietanti, che spetterà ai soggetti coinvolti chiarire nel corso degli interrogatori che saranno svolti ad inizio novembre, solo per i soggetti nei cui confronti erano stati chiesti gli arresti domiciliari.
Precisiamo, per dovere di cronaca, vale il principio della presunzione di innocenza, dunque tutti i soggetti coinvolti nel procedimento sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza passata in giudicato