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Ucciso durante i festeggiamenti del Mondiale, chiesto l’ergastolo per i figli del boss Torino

Per l’accusa avrebbero ucciso un uomo durante i festeggiamenti per la vittoria del Mondiale del 2006, macchiandoli, finito, nel sangue
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Per l’accusa avrebbero ucciso un uomo durante i festeggiamenti per la vittoria del Mondiale del 2006, macchiandoli, finito, nel sangue. Sono i figli del pentito scissionista del Rione Sanità Salvatore Torino, Totor ‘o gassusar, Luigi e Nicola Torino, 45 e 43 anni, ritenuti gravemente indiziati dell’omicidio di Michele Coscia, commesso con l’aggravante del metodo mafioso il 9 luglio del 2006.

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Ieri per i due il pubblico ministero della Dda ha invocato la pena dell’ergastolo. Dalle indagini condotte dai carabinieri e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, è emerso che Coscia, sventolando una bandiera durante i festeggiamenti per la vittoria del Mondiale avrebbe urtato per errore il fratello allora minorenne di Luigi e Nicola.

Questi ultimi, perciò, avrebbero raggiunto e ucciso la vittima in presenza di molte altre persone, due delle quali rimasero accidentalmente ferite. Si tratta di due personaggi molto noti nel panorama criminale dell’area nord: Nicola Torino sta scontando una condanna a trent’anni per associazione e per alcuni omicidi avvenuti durante la faida che nei primi anni Duemila oppose i Misso agli stessi Torino. Luigi invece è stato recentemente arrestato nel maxi blitz che qualche anno fa disarticolò il clan di Abbasc Miano (quello retto da Matteo Balzano, Salvatore Scarpellini e Gianluca D’Errico): quasi quattro anni fa inoltre fu ferito durante un raid dai contorni poco chiari. Torino all’epoca raccontò di essere rimasto vittima di una rapina.

Le accuse contro i due Torino

Ad inchiodare i due fratelli le dichiarazioni del loro stesso padre (un tempo ‘testa di ponte’ del clan Lo Russo alla Sanità e poi collaboratore di giustizia) nonchè di altri pentiti. Decisive le dichiarazioni di un testimone oculare che spiegò ai carabinieri cosa accadde quel giorno a Corso Chiaiano: l’uomo raccontò che Torino junior fu colpito mentre era seduto su uno scooter. Il ragazzino reagì insultando Coscia che, reagendo a sua volta, colpì il parabrezza del motociclo, rompendolo. Dopo qualche minuto, tornando davanti al bar dove era avvenuto l’episodio, l’uomo vide il ragazzino indicare a delle persone che erano insieme con lui su tre scooter lo stesso Coscia.

In due scesero dai mezzi e iniziarono a esplodere colpi di pistola all’indirizzo di Coscia che morì all’istante. Altre due persone rimasero ferite. La vittima, colpita più volte, riportò anche gravissime lesioni toraciche e addominali. L’acuta emoraggia derivante dalle ferite a diversi organi vitali ne provocò il decesso. Sebbene estraneo a contesti malavitosi Coscia era però fratello di Alberto Coscia, ucciso il 19 maggio del 2004, in un agguato nel quale rimasero feriti anche altre due persone. Tutti erano ritenuti legati al grupppo camorristico Stabile che, all’epoca, era in guerra contro il clan Lo Russo a cui era ritenuta vicina la famiglia malavitosa dei Torino.

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