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Ucciso per un sospetto, la ‘sentenza di morte’ dei Pesce-Marfella contro Raffaele Pisa

Da sinistra Raffaele Pisa e Maurizio Legnante
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Raffaele Pisa fu ucciso per un semplice sospetto. Una diceria, una voce che circolava nel quartiere e che spinse i vertici dei Pesce-Marfella a fargliela pagare. Questa mattina per quell’omicidio sono stati arrestati Vitale Perfetto, ex reggente proprio del gruppo, e Maurizio Legnante ‘o taleban libero da qualche mese. La squadra mobile di Napoli ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale partenopeo al termine delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti dei due soggetti con l’aggravante di aver commesso il fatto per agevolare le attività del clan.

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Come ricostruito nell’ordinanza di custodia cautelare (eseguita anche nei confronti di sei persone Giovanni Bellofiore, Rosario D’Angelo, Alfredo Foglia, Vincenzo Foglia, Salvatore Polverino e Alfonso Bruno che rispondono di associazione e di traffico di droga) Pisa sarebbe stato ucciso per una voce secondo cui il giovane avrebbe avuto una simpatia per i Mele, storici avversari dei Marfella. Quest’ultimi temendo possibili ripercussioni in un’area di loro pertinenza (e cioè la creazione di una base di spaccio nella loro roccaforte) decisero di punirlo con la morte, lui incensurato ed estraneo a fatti di malavita.

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