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“Un kg di hashish vale 25mila euro”, il pentito svela il prezzo nel carcere di Secondigliano

"Un kg di hashish vale 25mila euro", il pentito svela il prezzo nel carcere di Secondigliano
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Lo stesso quartiere, due mondi diversi. Questa profonda differenza emergerebbe dall’ultima inchiesta che ha colpito l’organizzazione criminale specializzata a consegnare telefonini e droga in diversi penitenziari italiani. Nel marzo del 2022 il collaboratore di giustizia, Francesco Capasso, ha parlato del business in carcere in un verbale del ruolo di Lucio Musella: “L’affare dei droni, stando a quanto detto dal Musella, fruttava a Secondigliano circa 30 40 mila euro a settimana. Pensi che 1 kg di hashish a Secondigliano vale 25 mila euro mentre fuori, oggi, vale 2800-2900 euro“.

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IL SERVICE E LE TARIFFE PRECISE

I potenti clan della camorra napoletana si preoccupavano di far arrivare in carcere telefonini e droga. I primi servivano per tenere i contatti con l’esterno, e molto spesso per commettere anche altri reati. Con la distribuzione della droga i boss accrescevano il loro potere.

E i rifornimenti avvenivano con droni gestiti da una sorta di ‘service’ che aveva tariffe precise: mille euro per consegnare uno smartphone, 250 euro per un telefonino abilitato alle sole chiamate vocali e 7000 euro per mezzo chilo di droga. L’attività di sorvolo dei droni era molto intensa infatti sono stati registrati oltre 60 sorvoli in due mesi.

NON SOLO DROGA CONSEGNATA AI DETENUTI

Il provvedimento di custodia cautelare in carcere è stato disposto per Matteo Balzano, Giovanni Baratto, Gennaro Pasquale Barone, Nicolas Brunetti, Roberta Cascone, Antonio Castiello, Salvatore Celentano, Giorgio Ciriello, Ciro Contini, Vincenzo Costagliola, Cristian Esposito, Nico Grimaldi, Alessandro Iuiliano, Lucio Musella, Maria Matilde Nappi, Rita Pitirollo, Vincenzo Scognamiglio, Antonio Giampaolo Taletti, Santo Tessitore, Giovanna Viciglione, Maria Vitale.

CELLULARI SCOVATI NELL’ALTA SICUREZZA

I cellulari, come ricostruisce l’ordinanza, erano destinati a detenuti in regime di alta sicurezza, consegnati mediante l’uso di droni fatti sorvolare sulle strutture penitenziarie, anche aggirando i rimedi tecnici atti ad impedire la trasmissione delle onde radio, ed in particolare, Musella , Brunetti, Baratto e Celentano, quali capi e promotori, Vincenzo Scognamiglio, quale organizzatore, attraverso continui contatti telefonici, mantenevano i rapporti con i loro referenti all’interno delle diverse strutture penitenziarie, ed acquisivano gli ordini destinati alla consegna dei beni vietati, in un caso anche un’arma comune da sparo, prevalentemente telefoni, anche android, cavi usb, caricabatterie, orologi, profumi ecc, la cui consegna è materialmente gestita da Scognamiglio, organizzatore dei viaggi e manovratore del drone.

 

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