Home Cronaca Accusato di violenza sessuale ad Acerra, assolto Pasquale Di Buono

Accusato di violenza sessuale ad Acerra, assolto Pasquale Di Buono

Accusato di violenza sessuale ad Acerra, assolto Pasquale Di Buono
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Assolto per non aver commesso il fatto. Questa la decisione del Tribunale Collegiale di Nola per Pasquale Di Buono, indicato come reggente del clan detto dei ‘marcianiselli’ attivo ad Acerra e nei comuni limitrofi. Di Buono era imputato con l’infamante accusa di violenza sessuale, accusa andata in frantumi grazie alle argomentazioni difensive dei suoi legali, l’avvocato Antonio Iorio del Foro di Torre Annunziata e l’avvocato Giovanni Bianco del foro di Nola. Sei invece gli anni incassati (con rito ordinario) da Di Buono per aver diretto, organizzato e promosso un gruppo di persone dedito al traffico di sostanze stupefacenti. Di Buono era accusato di aver molestato sessualmente in piazza ad Acerra nel 2018 l’allora fidanzatina del nipote.

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Condanna in ogni caso mite quella disei anni per l’imputazione provvisoria, che il tribunale ha ritenuto di riqualificare in “associazione lieve” .  Dopo ben un anno e sei mesi dalla “orrenda imputazione” mossa nei confronti di Di Buono di aver abusato di una minore, l’innocenza che Di Buono Pasquale ha sempre proclamato ha trovato finalmente sigillo in una sentenza di assoluzione con formula piena “per non aver commesso il fatto”. Istruttoria dibattimentale molto articolata e complessa (riferisce l’Avv. Antonio Iorio) ma «ne è valsa la pena. Solo con il giudizio ordinario potevamo dimostrare l’innocenza di Di Buono in relazione al delitto di abuso sessuale contestatogli, giudizio ordinario che ha sicuramente comportato grossi rischi ma che infine ha dato il risultato sperato, appunto l’assoluzione del Di Buono. In ogni caso predisporremo appello avverso la condanna (seppur mite) di anni 6 per il delitto associativo, poiché riteniamo che – così come per l’impostazione della violenza sessuale – l’istruttoria dibattimentale abbia portato alla luce più prove favorevoli per l’imputato, rispetto all’attività investigativa posta in essere dagli organi inquirenti, che riteniamo piuttosto lacunosa».

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