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sabato, Luglio 5, 2025
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Vittima e complice del clan Contini, spunta anche il nome di un vigile del fuoco

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Un vigile del fuoco sarebbe stato sia vittima che complice del clan Contini. La sua figura è venuta fuori già nel corso di attività d’indagini a carico di diversi esponenti appartenenti all’Alleanza di Secondigliano. Infatti già alla fine degli Anni ’90 risultava imputato in un processo, che si concludeva con una pronuncia assolutoria, nel quale veniva dimostrato senza ombra di dubbio, per sua stessa ammissione, un personaggio di spicco del clan Contini, nell’ambito del tentativo di organizzazione di una rapina all’economo del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Napoli dove il vigile infedele avrebbe svolto il ruolo di basista.

L’organizzazione della rapina veniva ammessa dal ras che ne parlava come di una proposta del suo conoscente del pompiere, che sosteneva di poter conoscere la data in cui l’economo dei Vigili del Fuoco sarebbe andato in banca a ritirare le somme necessarie per pagare i dipendenti.

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Le dichiarazione del pentito sul vigile del fuoco 

A testimoniare l’ambiguità ci sono anche le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Teodoro De Rosa, insieme alle indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, le quali consentivano di ricostruire una vicenda che vedeva il pompiere ricevere prestiti di denaro a tasso usurario praticati da esponenti di spicco della camorra.

Il rapporto con il clan Contini è nel senso che ho descritto di rapporto usurario; accanto a
questo M. aveva però anche proposto altri affari a mio padre e cioè finanziamenti per
aprire altri negozi con il marchio Bulgarini. Spesso mio padre gli passava soldi per pagare i vari debiti e poi se li riprendeva: lo aiutava in virtù del fatto che era stato lui stesso a presentare questa persona al clan. E mio padre faceva questo certo anche per interesse economico e per continuare a guadagnare su questa attività. Comunque un rapporto più stretto nel senso di vera a propria società di fatto M. l’ha instaurato con “lo sciacallo”, e per esso con i Licciardi“.

Vittima e complice

Il vigile del fuoco risultava vittima delle condotte usuraie da parte dell’Alleanza di Secondigliano, dato che già emergeva all’epoca era quello della frequentazione e messa a disposizione dei referenti del clan, nonostante il ruolo istituzionale.

Lo stretto legame tra il vigile del fuoco e un ras dei Contini veniva accertato anche in occasione di una conversazione intercettata il 6 maggio 2011 nel corso della quale veniva confermata la piena e completa disponibilità dell’uomo nei confronti dell’esponente della camorra. Il ras contattava il vigile del fuoco per ottenere dei permessi per ormeggiate due barche a Capri. Come peraltro riferito dal collaboratore, immediatamente M. offriva la sua intermediazione seppure replicasse che vi era disponibilità solo per un posto barca .

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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