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domenica, Giugno 16, 2024
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Sesso è la parola più ricercata dai navigatori italiani

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E’ la parola “Sesso” quella più ricercata dai navigatori italiani. Con l’arrivo dell’estate si imposta al quarto posto la parola “Sardegna”. Al secondo posto la parola “Porno” e al terzo “Chat”. Sono le classifiche stilate dall’Internet Keyword del motore Altavista sulle dieci parole più ricercate sul famoso motore di ricerca nel mese di giugno. La voglia di vacanza e di mare è confermata dalle altre parole che formano la classifica. Al settimo posto infatti troviamo “Meteo” mentre al nono c’è l’espressione “Last Minute”, indicante quelle tipologie di viaggi molto convenienti per le tasche dei consumatori perché prenotabili poco prima di partire. Al quinto e al sesto posto troviamo “Suonerie” e “Mp3” ormai presenti da mesi, mentre all’ottavo posto c’è la cosa più amata dagli italiani la “Pasta”. Il decimo posto è dedicato alla regina di Baywatch “Pamela Anderson” alla quale sono dedicati centinaia di siti e di gallerie di immagini. Indagando sui viaggi si è scoperto che le parole più cercate, oltre che “Sardegna” e “Last Minute”, sono state: agriturismo, crociere e Grecia.
Milioni di persone usano i motori di ricerca per scandagliare a fondo la Rete alla ricerca di informazioni. Il crescente uso da parte dei minori, sia a scuola che a casa, ha imposto alle società che gestiscono i motori l’uso di filtri per censurare i contenuti pornografici. I risultati sono purtroppo però ancora scarsi; parecchie immagini e testi hard-core sbucano fuori anche da ricerche la cui parola chiave dovrebbe essere innocua. A sperimentare un sistema innovativo è stato Google, fin’ora il motore di ricerca più sensibile alla salvaguardia dei più piccoli, ma il raggiungimento dell’obiettivo pare ancora molto distante. Esistono molte società che producono software capaci di riconoscere le immagini e quindi censurarle, ma sono i primi ad ammettere che la tecnologia usata è ancora fallace. I dirigenti di Altavista, invece, hanno dichiarato che i loro filtri saranno attivati in automatico, mentre per evitare le immagini osè non gradite i filtri di Lycos disabilitano le ricerche di materiali multimediali. Molte aziende si stanno rivelando sensibili a questo tipo di problematica che taglia fuori una buona fetta d’utenza, dato chegli adulti, consci del pericolo in agguato, evitano di lasciare i bambini soli dvanti ad Internet. Da più parti si stanno cercando ripari, ma secondo Susan Wojcicky, product manager di Google, andrebbe definito in maniera pecisa il concetto di pornografia. Ci sono diversi livelli di sensibilità dell’utente, chi si ritiene offeso per un nudo e chi per scene molto più spinte. La tecnologia utilizzata per la censura sul web si divide in tre categorie. Una prima analizza il testo legato alle immagini. Purtroppo però alcune parole del lessico erotico sono prese dal mondo dell’ornitologia o da altri settori. Un secondo filtraggio è rappresentato dall’esclusione dalla ricerca di una lista predefinita di siti porno conosciuti. Purtroppo però i siti con contenuti osceni spuntano come funghi ed è difficile avere a disposizione una catalogazione completa. Una terza e molto più complicata tecnica cerca di analizzare le forme dell’immagine e i colori. E’ facilmente intuibile che il color carne sia il più filtrato. Questo tipo di analisi non è utilizzata però dai grandi motori perché occorrerebbero risorse hardware molto potenti. Purtroppo utilizzando questi metodi si bloccano anche immagini del tutto inocue. Nel frattempo, quindi, non resta che navigare … in famiglia, non lasciando da soli i più piccoli.

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