venerdì, Luglio 18, 2025
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Casalesi: sequestrata la casa di un affiliato

La Guardia di Finanza di Napoli ha sequestrato, in via preventiva, un’abitazione di proprieta’ di Giovanni Garofalo, ritenuto uno dei fiancheggiatori del boss del Casalesi Michele Zagaria. Qualche settimana prima della cattura dell’ex primula rossa dei Casalesi, avvenuta lo scorso 7 dicembre, le forze dell’ordine scoprirono nell’abitazione di Garofalo – attualmente detenuto – un bunker dove Zagaria si sarebbe nascosto durante la sua latitanza. L’abitazione si trova in una traversa di via Roma, a San Marcellino, in una zona al confine con Casapesenna, comune dove Zagaria fu poi individuato e bloccato dalla polizia.
Sequestrati 1.700 euro in contanti a Giovanni Garofalo, l’uomo all’interno della sua villa aveva fatto costruire un bunker che avrebbe ospitato, stando alle indagini, il boss Michele Zagaria. La Guardia di Finanza è tornata nella villa che venne perquisita dai Ros da cima a fondo con l’utilizzo di una escavatrice, il 22 aprile del 2011, nell’ambito delle operazioni di ricerca del boss, all’epoca ancora latitante. Proprio nell’abitazione di proprieta’ di Garofalo, al confine tra i comuni di San Marcellino e Casapesenna, e’ stato trovato il denaro. Le fiamme gialle hanno inoltre trovato un sistema di collegamenti di citofoni e telecamere simile a quello trovato nell’abitazione di Vincenzo Inquieto, l’idraulico arrestato il 7 dicembre scorso che ha ‘ospitato’ il superlatitante. I militari stanno percorrendo dei cunicoli entro i quali sono custoditi i cavi di alta e media tensione elettrica che collegano l’abitazione di Garofalo a un’altra villa distante circa 800 metri, situata in una traversa di corso Europa a San Marcellino. Si ipotizza che i cunicoli fossero utilizzati per le vie di fuga del boss.
Il blitz della GdF e’ stato coordinato da Catello Maresca, pm della Dda di Napoli. ”Non mi sento di affermare che l’esistenza di questo cosi’ esteso sistema di comunicazione fosse noto alle amministrazioni comunali di Casapesenna e San Marcellino”, ha sottolineato il pm antimafia. La rete di citofoni, infatti, oltre che coprire l’area di Casapesenna ha ramificazioni anche nel vicino comune di San Marcellino.