venerdì, Luglio 18, 2025
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Filmata mentre maltratta gli alunni, sospesa maestra nel Napoletano

Eseguita un’ordinanza interdittiva dall’esercizio delle funzioni, per la durata
di sei mesi, emessa dal Tribunale di Noia – Ufficio G.I.P – nei confronti di
tale Caccavale Rosanna, di anni 60, insegnante presso Istituto
comprensivo di scuola materna “D’ARIENZO PRISCO” di Tufino.
Il provvedimento è stato richiesto dalla Procura della Repubblica di
Noia, che ha coordinato un’attività di indagine, inerente condotte di grave
maltrattamento di minori, attuate all’interno dell’istituto scolastico dalla
docente.
In particolare, alcuni genitori degli alunni frequentatori dell’asilo
avevano riferito uno stato di profondo malessere psicologico dei propri figli,
evidenziatosi con mutismi anomali tutte le volte che si faceva riferimento
alla vita scolastica, stati di panico immotivati, improvvise ed anomali
incontinenze, insonnie notturne.
Su tale base, è stata realizzata la videoregistrazione di alcune giornate
‘didattiche’ della maestra Caccavale, ed i servizi di osservazione e di
ascolto, effettuati da personale del Commissariato di Polizia di Noia
attraverso le attrezzature tecniche installate nell’aula, hanno consentito di
registrare la sua incredibile condotta ‘educativa’: insulti, volgarità nel
linguaggio, strattoni, mortificazioni, urla, offese ed indifferenza totale ai
lunghi pianti provocati da tali azioni, e vere e proprie percosse vedevano
vittime i piccoli ed innocenti bambini alla più piccola ed insignificante di
quelle che la Caccavale riteneva •mancanze” nei suoi confronti o ritardi
nell’esecuzione dei suoi ordini.
Venivano cosi riscontrate le dichiarazioni rese dai due primi genitori e confermati
i peggiori sospetti che essi stessi avevano avuto sulle attivila della Caccavale; e
veniva concretizzandosi anche l’ipotesi, dalle successive indagini, che tale
condona non era certo una novità, ma poteva anche farsi risalire ad anni
precedenti. Non può non porsi la domanda sui molivi per cui un malinteso senso di
omertà, o di timore, o di quieto vivere, o di indifferenza verso i gravi traumi
provocali da tali condotte nei propri figli, vittime della Caccavale, abbia potuto
indurre tanti genitori a mantenere un così lungo silenzio su quanto avveniva in
quella classe. E su come tali comportamenti non abbiano mai potuto suscitare un
allarme su quanti avrebbero dovuto sorvegliare.