venerdì, Luglio 18, 2025
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Agguato di camorra, la vittima fu coinvolta in un’inchiesta nel 2006. LA FOTO DELL’UOMO CARBONIZZATO

Antimo Chiariello, l’uomo ucciso e carbonizzato nei pressi dell’Asse Mediano, CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO non era un volto nuovo. Sotto i radar delle forze dell’ordine non vi era finito soltanto per la parentela con il defunto boss del clan Verde, Francesco Verde detto O’Negus ma anche perchè nel 2006 fu protagonista di un maxi sequestro proprio ai danni della cosca camorristica operante a Sant’Antimo e Comuni limitrofi da tre milioni di euro.

Poco più di 10 anni fa infatti una villa bunker, assieme a due terreni, un appartamento e due società appartenenti a tre persone vicine al clan Verde furono confiscati dalla sezione misure di prevenzione patrimoniali della questura di Napoli. Tra queste tre persone vi era proprio Antimo Chiariello, all’epoca dei fatti 34enne.

Una fortuna, quella dei Verde accumulata soprattutto grazie alle spietate modalità con cui tenevano sotto pressione imprenditori e commercianti ai quali chiedevano «per non fare innervosire ’o negus», una prima rata «di inizio attività» che arrivava anche a venticinquemila euro e poi tangenti mensili da mille euro.

Chi non pagava finiva per rimetterci camion e attrezzature, rubati dagli uomini del clan o, peggio, subiva attentati al tritolo o spari contro i negozi. L’usura, secondo le indagini del 2006, era un’altra «specialità» dei Verde: prestiti con tassi di interesse di oltre 130 per cento all’anno. In questo caso dopo pochi mesi la vittima diventava insolvente ed era costretta a cedere proprietà, attività commerciali e beni immobili.