Udienza fiume stamattina presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel processo che vede 14 persone imputate a vario titolo di estorsione e concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso. In aula era presente il pentito del clan Mallardo Giuliano Pirozzi. Il collaboratore di giustizia è stato un fiume in piena. Ha parlato per oltre due ore davanti ai magistrati che lo hanno interrogato sulle modalità di estorsione della cosca. Ma non solo. Pirozzi ha parlato anche dei rapporti tra politica-camorra ed imprenditoria, facendo i nomi di alcuni ex amministratori locali, anche di rilievo. “Io ero il ‘trait d’union’ tra la politica e il clan Mallardo. Gli imprenditori, grazie a me, dormivano sogni tranquilli per la vittoria degli appalti, tutto era fatto a tavolino. Una volta vinto l’appalto gli imprenditori dovevano versare una quota al clan Mallardo ed un’altra alla politica” – ha rivelato Pirozzi durante la deposizione. Il pentito ha parlato di “un sistema all’avanguardia, non c’era nemmeno bisogno di minacciare qualcuno né si rischiavano denunce. Ho dato al clan Mallardo il volto imprenditoriale” – ha detto Pirozzi. Riguardo agli imputati nel processo, il collaboratore di giustizia ha ricostruito il ruolo all’interno dell’organigramma del clan Mallardo. “Difficilmente si ricorreva alla violenza ed ai pestaggi, spesso bastavano le minacce, soprattutto quando a farle erano esponenti del clan riconosciuti”, ha raccontato Pirozzi. Sentiti anche i collaboratori di giustizia Vito e Vincenzo Guadagno. La prossima udienza è stata fissata per il 1 marzo quando verranno ascoltati alcune delle persone tirate in ballo dai pentiti durante la deposizione.
Il blitz risale all’aprile del 2009. I carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna e del reparto territoriale di Aversa arrestarono sei presunti affiliati al clan Mallardo, accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di commercianti e imprenditori nella zona tra Giugliano e Aversa. Furono effettuate anche diverse perquisizioni.
L’inchiesta partì alla fine del 2008 dopo la denuncia di un imprenditore giuglianese e fu portata aventi dai carabinieri del gruppo di Castello di Cisterna. Richieste di estorsioni continue ai danni di un uomo di Giugliano che per sottrarsi dalle minacce era arrivato a spostare la sua attività su un altro territorio, quello di Aversa. Ma nonostante questo gli uomini del clan Mallardo continuavano a chiedergli il pizzo. Secondo gli inquirenti, le estorsioni sarebbero iniziate nel 2003, e in un episodio l’uomo sarebbe stato anche picchiato perché avrebbe provato a reagire alle continue richieste. Da qui la denuncia ai carabinieri e l’inizio delle indagini che hanno portato all’arresto delle sei persone vicine al clan di Francesco Mallardo.
ECCO I NOMI DEGLI IMPUTATI
Filippo Caracallo di Giugliano (difeso da Michele Giametta e Antonio Russo)
Stefano Cecere di Giugliano (difeso da Sergio Aruta)
Anna Di Gennaro di Giugliano (difeso da Antimo D’Alterio e Antonio Russo)
Michele Di Nardo di Giugliano (difeso da Gian Paolo Schettino e Nunzio Mallardo)
Bianca Galluccio di Giugliano (difeso Matteo Casertano)
Gennaro Maraniello di Giugliano (difeso da Rossella Barone)
Biagio Micillo di Giugliano (difeso da Antimo D’Alterio e Antonio Russo)
Michele Palumbo di Giugliano (difeso da Gian Paolo Schettino e Nunzio Mallardo)
Giuseppe Strino di Giugliano (difeso da Sergio Aruta)
Antimo Varriale di Giugliano (difeso da Matteo Casertano)
Vincenzo Perillo di Giugliano (difeso da Raffaele Quaranta e Melania Maisto)
Luigi Palma di Giugliano (difeso da Raffaele Quaranta)
Domenico Pirozzi di Giugliano (difeso da Antonio Gravante)
Luigi Perillo di Giugliano (difeso da Raffaele Quaranta e Melania Maisto)