Dalle discariche di Giugliano arriva ogni giorno una quantità di metano pari a quella consumata da quattromila famiglie per tre mesi. E, quel che è più grave, il gas, insieme all’enorme quantità di anidride carbonica che arriva dai rifiuti sepolti, fa da vettore a una grande quantità di metalli pesanti altamente cancerogeni. I veleni, insomma, sono nell’
aria e i giuglianesi li respirano ogni giorno. Lo ha spiegato il commissario alle bonifiche, Mario
De Biase, alla commissione antimafia. L’unico modo per fermare i veleni è la messa in sicurezza delle discariche, ma le gare sono tutte bloccate, tranne quella dei campi di San Giuseppiello, dove verrà adottata la tecnica bioremediation. E non solo: la situazione è stata aggravata dall’incendio della Resit che ha sprigionato una enorme quantità di diossina.
Ventuno pagine inquientanti, quella della relazione
De
Biase. Ha spiegato il commissario: «Abbiamo fatto col Cnr Isafom di Ercolano il monitoraggio e la misurazione dell’
aria sopra e intorno alle discariche. Stiamo facendo la valutazione dell’aria con una postazione mobile e centraline fisse nelle discariche. Mi è stato consegnato il primo rapporto di questi due mesi di attività. C’è una fortissima emissione di metano, ovviamente. Si calcolano mille metri cubi di media giornaliera. Equivarrebbero quasi al fabbisogno energetico di 4.000 famiglie per un anno in tre mesi. C’è poi anidride carbonica per 5.500 metri cubi. Per capirci, si tratta delle stesse emissioni che arriverebbero da 1.600 macchine in ciclo urbano fisse permanentemente accese su quell’area».
Ma non è finita: «Ovviamente, sia il metano, sia l’anidride carbonica non sono direttamente dannosi per la salute umana, anche se sono dannosi per l’ambiente, per l’effetto serra, per il buco dell’ozono e per il dispendio energetico – ha spiegato
De
Biase ai parlamentari della commissione ecomafie – ma sono vettori, portano con sé toluene, xilene e tutta la famiglia dei composti organici volatili. Ciò che noi misuriamo con gli aerei e con il Cnr sono i metalli pesanti nell’
aria».
Una situazione, dicevamo, aggravata dai periodici incendi delle discariche, e soprattutto del mega-rogo che questa estate ha divorato la Resit. «Abbiamo certificato nove incendi in questi tre mesi in quell’area intorno alla Resit, oltre al grande incendio del 25 giugno – ha detto il commissario – con il modello matematico di dispersione abbiamo visto che il grosso delle diossine è caduto a quattro chilometri di distanza dalla discarica, verso Lago Patria e il mare». Una catastrofe. L’incendio è stato appiccato in diversi punti, ha danneggiato gravemente l’unica escavatrice che poteva avere qualche valore e ha divorato i registri degli smaltimenti.
Ma i dati allarmanti prodotti da
De
Biase e dal perito della Procura, Giovanni Balestri, sono stati contestati dai legali Emilio Martino e Giuseppe Stellato, difensori del proprietario della Resit, Cipriano Chianese, che hanno scritto alla stessa commissione ecomafie sostenendo: «Appare necessario e doveroso disporre l’audizione di Chianese presso l’eccellentissima commissione ove lo stesso potrà fornire anche un minimo contributo in ordine alle verifiche effettuate o ancora da effettuare e alla riscostruzione storica degli eventi riguardanti l’area ove è insistente la ex Resit».
Fonte: Daniele De Crescenzo, il Mattino