La raccolta di firme per la richiesta di un referendum sulla realizzazione dell’ecovillaggio per la popolazione nomade residente a Giugliano scatena un vespaio di polemiche. A sollevare dubbi sulle modalità di raccolta delle adesioni portate avanti dal centrodestra sono l’assessore alla Fascia Costiera Carla Rimoli ed il consigliere di maggioranza Giuseppe Di Girolamo. “A seguito di segnalazioni pervenutemi dalla zona costiera, che hanno generato confusione tra i residenti, smentisco le voci messe in giro artatamente da chi raccoglie le firme per il referendum, della localizzazione in zona costiera dell’ecovillaggio. #referendum simaconleinformazionicorrette#”, scrive sulla sua pagina Facebook Carla Rimoli.
Gli fa eco Di Girolamo: “Referendum legittimo, ma una corretta informazione.
In questi giorni si stanno diffondendo voci in merito alla localizzazione e alla realizzazione di un eco-villaggio rom. Ritengo opportuno fare chiarezza sulla questione – afferma il consigliere di maggioranza che ripercorre la storia del campo di Masseria del Pozzo, voluto dai commissari e sul quale pende un’ordinanza di sgombero visto l’insalubrità del terreno così come stabilito dalla magistratura, e la conseguente decisione di costruire il nuovo ecovillaggio. “L’amministrazione comunale è stata diffidata ad adempiere immediatamente all’ordinanza del tribunale, provvedendo alla sistemazione dignitosa della comunità rom insediata sulla discarica. L’eco-villaggio sarà realizzato con i fondi (un milione e 200 mila euro ) del Ministero degli Interi e della Regione Campania, euro che non possono essere impegnati e convertiti per altre emergenze. Sono soldi che possono essere spesi solo per la comunità Rom. Quindi non graverà sul bilancio comunale. L’ecovillaggio che sarà composto da 44 moduli abitativi non sarà ubicato nel centro cittadino né sulla zona costiera, quindi è inutile fare terrorismo psicologico sulla cittadinanza pur di raccogliere qualche firma. Alla consegna dei 44 moduli che formerà il mini eco-villaggio e non un altro “ghetto” come si è voluto strumentalizzare, sarà sviluppata anche un’azione per giungere a una integrazione scolastica per i bambini e di socializzazione ed ancora sarà firmato un protocollo tra il sindaco e questa amministrazione di Giugliano con i capi famiglia, con il quale questi ultimi si impegnano a rispettare regole di convivenza ed il processo di integrazione. Sia chiaro – conclude Di Girolamo – che se ci sono famiglie che intendono integrarsi e rispettare i modi di vivere del nostro Paese bisogna tendere la mano, se ci sono bimbi che vogliono andare a scuola invece di dedicarsi all’accattonaggio bene . Se c’è gente che vuole continuare a vivere così deve essere espulsa dal nostro”.
A rispondere al post di Di Girolamo, è la consigliera di CambiaMenti Anna Russo, tra le promotrici della raccolta firme referendiaria: “La costruzione è a carico della Regione e Ministero mentre le opere di bonifica e urbanizzazione sono a carico del Comune, cosi come saranno a carico del Comune le spese di tutti i servizi offerti. Il comitato promotore, che è l’unico a dare informazioni ufficiali e non è certo responsabile del livello di comprensione degli interlocutori, non ha mai dato peso al luogo che dovrebbe ospitare il villaggio ma chiede alla gente se è giusto o meno farlo, senza dividere Giugliano in zone di serie A e zone di serie B. Avendo sostenuto il villaggio, questa maggioranza, come una buona soluzione, non capisco perché si preoccupa del “dove” venga ubicato e perché si esclude con forza il centro e la zona costiera ma allo stesso tempo si vuole far passare il messaggio dell’integrazione?”, conclude Anna Russo.