Il Consiglio comunale di Giugliano si riunirà tra poche ore. Tra i punti all’ordine del giorno c’è anche la proposta di intitolare la sala consiliare a Mena Morlando, vittima di camorra. Una richiesta su cui noi della redazione abbiamo riflettuto e su cui abbiamo più di qualche dubbio. Innanzitutto dal punto di vista formale, l’intitolazione di un bene pubblico, che sia una strada, un edificio o una sala, dovrebbe essere accompagnato dal necessario parere della commissione toponomastica. Commissione che allo stato dei fatti non c’è. Ad istituirla fu l’ex Amministrazione Pianese ed era composta da dirigenti del Comune ed alcuni consiglieri comunali. Con il cambio di Amministrazione si sarebbe dovuto procedere all’integrazione dell’organo, ma ciò non è avvenuto. La vacatio è stata sottolineata nei mesi scorsi anche dall’associazione Giugliano Città Possibile che ha sottolineato come a a Giugliano esista un regolamento per la toponomastica stradale e la numerazione civica”, del tutto disatteso, per l’intitolazione di Strade o Piazze a personalità illustri.
Dalla lettura di detto Regolamento si evince che: “I componenti di detta Commissione, presieduta dal Sindaco, o da un suo Delegato, sono nominati con Decreto dal Sindaco, e sono, sei Consiglieri Comunali, quattro di maggioranza e due di minoranza, designati dai rispettivi Gruppi Consiliari, quattro membri esperti designati dalla Giunta Comunale, scelti fra le personalità locali, ed il Funzionario Responsabile del Servizio Anagrafe. La Commissione resta in carica per tutto il mandato amministrativo, e deve essere nominata entro sei mesi dal rinnovo del Consiglio Comunale. Inoltre nessuna proposta di denominazione o modifica di toponomastica stradale può essere deliberata senza il parere della Commissione. Infine, non è prevista alcuna forma di compenso o di rimborso, per i componenti la Commissione”. Allo stato dei fatti le nuove nomine non sono ancora arrivate, dunque non sappiamo a che titolo si voglia procedere per l’intitolazione della sala consiliare a Mena Morlando.
Alla questione di carattere formale – che poco ci interessa e che può essere facilmente superata – si aggiungono altre motivazioni che ci portano a dire con convinzione che l’intitolazione della sala consiliare a Mena Morlando è inutile e superflua. E non per la figura che essa rappresenta per Giugliano, per carità, ma perché a ben vedere la vittima innocente di camorra ha già trovato nella memoria cittadina il suo posto. A lei è intitolato il presidio di Libera Giugliano presso l’istituto dei Fratelli Maristi di Giugliano; una stradina, peraltro periferica, e dove attualmente è ubicata una specie di isola ecologica; il palazzetto dello sport di Campopannone, mai inaugurato e più volte vandalizzato. Perché allora continuare a perseverare con la figura di Mena Morlando? Possibile che non ci siano altre figure a cui dedicare strutture pubbliche? Il dubbio che il suo nome venga utilizzato come spot per la legalità ci viene spontaneo. Forse, anzi sicuramente, Mena sarebbe stata più felice se il Palazzetto dello Sport che porta il suo nome fosse frequentato oggi da migliaia di ragazzi e non, invece, come accade ora, sottoposto alla mercè di ladri e vandali. Forse Mena sarebbe più felice se in suo nome fosse stato aperto uno sportello Antiracket in un territorio ad altissima densità camorristica, dove manca un punto di riferimento per gli imprenditori vittime del pizzo. Un territorio dove il clan Mallardo, che comanda da anni sul territorio e che oggi vive un momento di pericolosa riorganizzazione interna, ha contribuito a distruggere insieme ad imprenditori e politici compiacenti, o quantomeno silenziosi.
Invece di discutere di come arginare la nuova ondata di macro e microcriminalità, che sta mettendo in ginocchio una comunità (ancora una volta la questione sicurezza cittadina non è stata posta all’ordine del giorno, ndr), oggi assisteremo probabilmente all’ennesima discussione su concetti astratti come legalità e anticamorra, concetti che andrebbero sostanziati con atti ben più concreti rispetto ad intitolazioni di strade, piazze e beni pubblici che lasciano il tempo che trovano. La povera Mena, e tutte le altre vittime di camorra di questo territorio, di cui stiamo provando a raccontare le storie, non senza problemi visto la forte reticenza a parlarne anche da parte delle famiglie coinvolte, ci scuseranno per questo nostro pensiero..poco legalitario ma sincero e schietto.