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sabato, Luglio 5, 2025
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«TRE SI E UN NO PER LA RICERCA E LA SALUTE»
Qualiano, intervista al dott. Patrì. «Eterologa? Un errore»

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QUALIANO. I quesiti impliciti nella legge 40 e di conseguenza nei referendum abrogativi fissati per il 12 e 13 giugno, sono complessi e difficilmente comprensibili per una buona parte della persone chiamate ad esprimere il voto. Al contrario di tanti organi di informazione, InterNapoli sta portando avanti la campagna di informazione sul territorio per dare la possibilità ad ognuno di documentarsi e di prendere delle posizioni tra le scelte possibili: andare a votare, rispondendo ad ognuno dei quattro quesiti si oppure no, viceversa astenersi per invalidare il referendum che non raggiungerebbe il 50% più uno dei voti degli aventi diritto.
Dopo aver raccolto l’opinione di P. Alfonso Ricci e Don Ferrillo, parroci delle parrocchie di Villaricca (S. Pasquale Baylon) e Calvizzano (S. Giacomo), i quali invitano all’astensione, restando fortemente saldi alla posizione della Chiesa, abbiamo chiesto il parere a Pietro Patrì, 45 anni, medico di Qualiano, pregandolo di analizzare uno ad uno i quesiti e di esprimere il pensiero da “uomo di scienza”.




Dott. Patrì, il primo quesito invita i cittadini ad esprimersi sulla possibilità di usare gli “embrioni” per la ricerca scientifica al fine di estrarre le cellule “staminali”. Lei cosa ne pensa?


Come medico non posso fare altro che rispondere “si”. La società in cui viviamo è una delle più vecchie d’Europa e necessita della ricerca scientifica, per la cura di malattie come l’Alzheimer, il Parkinson, i tumori, le malattie cardiache e il diabete. Dall’embrione è possibile estrarre preziose informazioni e prelevare le cellule “staminali”. Capostipite di una generazione di cellule, quella staminale è definita anche “clone” e quelle embrionali hanno la caratteristica di possedere l’intero patrimonio genetico, in grado di produrre qualsiasi tipo di tessuto o organo. Tuttavia in Corea e in Inghilterra sono stati fatti esperimenti che hanno dimostrato la possibilità di ottenere cellule staminali da persone adulte: è stato asportato il nucleo (il materiale genetico) da un ovulo fecondato, vi è stato impiantato il “patrimonio genetico” di una cellula umana adulta, attraverso una stimolazione biochimica ed elettrica, si sono ottenute nuove cellule, in grado di produrre, analogamente alle cellule staminali “embrionali”, nuovi tessuti e organi.



Il secondo quesito chiede di pronunciarsi in merito alla revoca del limite imposto dalla legge di formare un massimo di tre embrioni per ogni ciclo di terapia di fecondazione artificiale e a trasferirli tutti insieme nell’utero della donna senza alcun tipo di selezione.


La diagnosi di malattie come la sindrome di Down e altre malattie genetiche è molto importante e senza la selezione si ha un elevato rischio di pregiudicare lo sviluppo “sano” del o dei futuri nascituri. Vede? Il limite comprometterebbe drasticamente l’esito della fecondazione, per cui andrebbe tolto. La mia risposta a questo quesito è, inevitabilmente, si.



Una parte della Legge 40 sostiene che l’embrione ha gli stessi diritti di una persona gia nata. Il terzo quesito chiede ai cittadini se abolirla. Lei che ne dice?


L’embrione è un progetto di vita, un potenziale essere vivente; nella fase iniziale dello sviluppo non è altro che un “ammasso di cellule”, anche se da essa nasce la vita. La comparazione è in ogni caso in contraddizione con la Legge sull’aborto, per la quale i cittadini si sono gia espressi nel 1981. Se un embrione avesse gli stessi diritti di una persona gia nata, l’aborto sarebbe un reato punibile dalla legge. Dunque questa parte di legge andrebbe abolita. La risposta è si.



Il quarto ed ultimo quesito chiede di abolire il divieto alla fecondazione eterologa, ovvero la fecondazione assistita in cui viene coinvolto un donatore esterno alla coppia. Lei cosa ne pensa?


La mia risposta a questo quesito è no. Consentire la fecondazione eterologa sarebbe un errore per due validi motivi. In primo luogo si ridurrebbero le adozioni, innescando un processo che vedrebbe aumentare drasticamente il numero di bambini senza famiglia. In secondo luogo, il futuro nascituro non avrebbe comunque il patrimonio genetico di entrambi i genitori. Le “Doti” di un individuo benché influenzate dall’ambiente in cui si vive, sono caratteristiche genetiche. Il “Fenotipo” (la manifestazione del carattere) dipende dall’interazione tra il “Genotipo” (l’insieme dei geni) e i fattori esterni. Il nascituro potrebbe manifestare caratteristiche estranee alla coppia, verrebbe a mancare quella condizione tipica di “somiglianza” (fisica e caratteriale) che esiste tra genitori e figli. Ad esempio: Maradona Jr, figlio di Diego Armando Maratona ha senz’altro ereditato una parte del patrimonio genetico del padre, le sue “doti” di calciatore sono la chiara espressione di quella parte di “Genotipo” che il padre gli ha trasmesso; condizione che non si sarebbe verificata nel caso in cui Maradona Jr. sarebbe nato in virtù di una fecondazione “eterologa”.

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InterNapoli prosegue con la campagna di informazione per il referendum del 12 e 13 giugno sulla “procreazione assistita”. Nei prossimi giorni raccoglieremo altre opinioni.


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