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giovedì, Maggio 2, 2024
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Guida a 7 anni con papà a fianco

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Giugliano. «Quell’auto sembrava camminare da sola, al posto di guida non si vedeva nessuno. Siamo rimasti attoniti, poi abbiamo guardato bene e abbiamo visto una testolina che spuntava da dietro il volante». I carabinieri hanno fermato una Smart apparentemente e hanno scoperto che alla guida c’era un bambino di sette anni. È accaduto venerdì sera intorno alle 20 a Giugliano. Una pattuglia di militari della locale compagnia, nel corso di un servizio di perlustrazione in via Mazzini, ha notato l’auto. E lo stupore dei carabinieri è aumentato quando il padre, che viaggiava sul sedile di destra accanto al piccolo, serafico ha risposto alle contestazioni: «Gliela stavo facendo provare perché è bravo a guidare». L’uomo, che ha 35 anni, era già noto alle forze dell’ordine. I carabinieri hanno contestato al proprietario della Smart della violazione dell’articolo 115 del codice della strada: la vettura era guidata da una persona di età inferiore ai 18 anni. L’auto è stata sottoposta a fermo amministrativo per trenta giorni. Una misura che non ha certo preoccupato il padre del bambino che è riuscito, ancora una volta, a stupire i militari: «Per me della macchina potete fare quello che volete: buttatela, rottamatela, tenetevela. Tanto con i soldi che ho ne posso comprare altre dieci». Ai militari non è restato altro che segnalare il fatto al tribunale per i minorenni che dovrà poi decidere gli eventuali provvedimenti. Quello del bambino di sette anni Giugliano scoperto alla guida è un record, a memoria degli investigatori mai era stato fermato un bimbo così piccolo al volante di un’auto. Il 23 aprile el campo nomadi di Giugliano un tredicenne era al volante di un camion. Il ragazzino investì e uccise una bimba, Swezana Osmanovic, che non aveva ancora due anni. Anche in quel caso fu sconcertante la spiegazione del padre: «Spostava il camion, glielo avevo chiesto io», disse Amed, il genitore del ragazzino. La piccola si lanciò improvvisamente davanti al camion: il tredicenne non riuscì a frenare, travolgendola in pieno. E il 20 gennaio del 2004 un ragazzo di 16 anni morì schiantandosi su un rettilineo nei pressi dello stadio di Qualiano, mentre era alla guida di una Fiat Punto di proprietà della madre su cui viaggiavano anche due suoi amici di 15 e 16 anni. Per l’alta velocità l’auto finì fuori strada: l’impatto, tremendo, contro gli alberi che fiancheggiano il rettilineo provocò la morte del ragazzo alla guida e il ferimento dei due amici che erano con lui. E proprio il rettilineo che costeggia lo stadio di Qualiano viene usato spesso dai ragazzi della zona come pista per improvvisate competizioni tra motorini.




«Un caso di estrema gravità, va levata la patria potesta»

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«Questo bambino andrebbe tolto ai genitori. E se questi hanno altri figli, bisognerebbe allontanare anche quelli»: Antonio Di Marco, giudice del tribunale per i minorenni e segretario napoletano dell’Aimmf, associazione italiana dei magistrati per i minorenni e la famiglia, è durissimo: la vicenda del bimbo alla guida non va sottovalutata. Giudice, non le sembra di esagerare? «Assolutamente no. La legge parla chiaro. L’articolo 330 del codice civile prevede che la potestà possa essere tolta o sospesa ai genitori che violano o trascurano gravemente i loro doveri o ne abusano». Un articolo che non sempre viene applicato. «Forse. Ma sono comunque numerosissimi i procedimenti che giungono ogni settimana in tribunale per i quali la procura chiede di dichiarare i genitori decaduti. Negli ultimi anni, tanto per fare un esempio, ci sono stati diversi casi nei quali i figli sono stati allontanati perchè i genitori non li mandavano a scuola». Si interviene sempre efficacemente? «Pochissimi sono gli episodi denunciati perchè a Napoli come a Giugliano, c’è ormai una sorta di assuefazione che ci fa perdere di vista quello che, a mio parere, è un dovere primario dei genitori educare i figli al rispetto delle regole sociali. Certamente prima di arrivare a una decisione così grave c’è un istruttoria da fare, ma in ultima istanza si può arrivare ad allontanare i bambini e collocarli in casa famiglia». Le alternative? «Si possono dare ai genitori e ai figli una serie di prescrizioni, a partire dall’obbligo di frequentare strutture dai fini educativi E i servizi sociali? «A Giugliano c’è un solo assistente sociale per quella che è una delle città più popolose della Campania. E evidente che questo canale non può essere seguito. In ogni caso quella di Giugliano non è una situazione eccezionale, ci sono tante altre città in questa condizione». Perché? «Perché Si ritiene che investire nei giovani non sia procuttivo anche se la Campania è la regione con il più alto tasso di natalità d’Italia».


DANIELA DE CRESCENZO – IL MATTINO 22 MAGGIO 2005

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