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sabato, Luglio 5, 2025
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Lo straziante addio a Tiziana, il parroco: «Nessuno può giudicarla». Malore per la madre

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«Il sacrificio di mia figlia non deve essere vano. È necessario agire per fermare questa violenza di massa sul web, Tiziana è stata uccisa da tutto questo». È l’appello rivolto innanzitutto ai politici presenti in chiesa, per le esequie, dalla madre della 33enne che si è suicidata per un video hot finito sui social network. Stesso messaggio ribadito dal parroco, don Giuseppe Ravo, che ha celebrato il funerale nella chiesa di San Giacomo a Casalnuovo, ricordando il «cuore buono» di Tiziana Cantone. «Preghiamo per la conversione di chi vive nella malvagità. Dobbiamo fare in modo che ci siano leggi che tutelino queste persone. Così riusciremo ad amarci e rispettarci», ha detto. «Dobbiamo guardarci negli occhi e parlarci davvero, quella virtuale non è vera comunicazione. Per questo dobbiamo smetterla: in Italia abbiamo più telefonini che abitanti. Tiziana è stata uccisa anche dall’isolamento».

Un addio straziante. Al momento del passaggio della bara bianca in chiesa Teresa Giglio ha avuto un malore e ha gridato il nome della figlia. La donna si è accasciata a terra ed è stato necessario l’intervento dei parenti per sorreggerla. Gli automobilisti, in transito davanti alla chiesa di San Giacomo, si sono fatti il segno della croce. Assenti gli amici della ragazza: «Sono quelli che l’hanno crocifissa», ha detto una donna vicina alla famiglia.
Il parroco ha detto Don Giuseppe Ravo: «Io conosco lo zio di Tiziana, Franco Giglio, imprenditore di Casalnuovo. A ogni modo qui nessuno può giudicare o condannare. Solo il Signore consosce l’intimo e i pensieri degli uomini. C’è un versetto di un salmo che dice: Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu mi conosci più di me stesso, fin dentro le mie viscere. E si avvera quella terribile frase: homo homini lupus. Questa è la società: invece di vivere in comunione viviamo in solitudine, ciascuno chiuso nel proprio interesse. Non vivendo la nostra natura, che è una natura socievole. Ci troviamo nell’anno della misericordia e del perdono. Usiamo questo grande atto di amore che favorisce in noi il vivere insieme e non certo l’uso distorto dei mezzi di comunicazione di oggi. I social, i media, devono essere usati per la cultura, per la vera informazione e non per creare disagi, scandali, odio».

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