Tutti rinviati a giudizio i 17 indagati per la compravendita di loculi all’ospedale di Poggioreale. Ad affrontare il processo saranno il notaio di Chiaia Filippo Improta, difeso dall’avvocato Andrea Abbagliano Trione: Vincenzo Tammaro dell’Arenella, Gennaro Reparato di Poggioreale, Gennaro Reale, Rosario Domenech del Vomero, Nunzio Assante di Casoria, Pasquale Prisco dei Camaldoli, difeso dall’avvocato Emireno Valteroni, Tommaso Arcucci di San Pietro a Patierno, Gennaro Guida del Vomero, Carmine Montuoro, Felice Varriale, Sergio Servillo, Vincenzo Bisogni, Giovanni Errico, Gennaro Covelli, Nunzio Arrichiello e Ciro Santonicola. Sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e di falso in atto pubblico. In particolare l’accusa ha evidenziato, trovando la condivisione da parte del giudice, “l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di truffa ai danni dello Stato posti in essere all’interno del cimitero di Poggioreale”.
Secondo quanto ricostruito dalla Procura della Repubblica, due persone, tra il 2007 e il 2012, avrebbero acquistato, mediante la stipula di atti di compravendita falsi redatti dal notaio Improta, diverse cappelle funerarie molte delle quali risalenti al 1800 che, per la normativa vigente, non potevano formare oggetto di compravendita. Gli atti d’acquisto, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avveniva spesso senza il consenso degli originari aventi diritto, con la conseguente sottrazione e dispersione dei resti dei defunti. A dare un impulso importante alle indagini fu la denuncia di una famiglia napoletana trasferitasi fuori regione che, rientrata in città, si era vista ‘espropriata’ della cappella gentilizia. Nel corso delle indagini fu scoperto che una cappella era stata “offerta in vendita” su un sito web di aste online per 500 mila euro. Non solo, fu accertato che un immobile funerario era stato venduta a 245mila euro ma ufficialmente la cifra dichiarata non superava i 40mila euro. Decisivo per le indagini fu l’esame degli atti pubblici (tutti redatti dal notaio sotto inchiesta)
Cronache di Napoli