Un risultato così clamoroso non lo aspettavano nemmeno i più ottimisti, o pessimisti (dipende dai punti di vista). Quasi undicimila melitesi sui 14.500 che si sono recati alle urne hanno decretato una vittoria schiacciante del No con percentuali bulgare: il 76% dei votanti ha bocciato la riforma, facendo ‘piantare’ a poco più del 24 percento la quota di chi invece ha dato fiducia al ‘nuovo’ Senato disegnato da Renzi. Quella che su base nazionale è stata considerata una sconfitta del Premier, come da sua stessa ammissione, a Melito – con le dovute proporzioni – ha rappresentato una disfatta per il Pd, primo partito cittadino. In una città che può annoverare il segretario provinciale del partito, Venanzio Carpentieri, e una parlamentare ‘democrat’, Michela Rostan, il verdetto delle urne diventa ancora più significativo.
La città di Melito si è espressa nettamente per il No, con percentuali superiori rispetto alla media regionale (+7%) e a quella nazionale (+16%): un risultato non necessariamente legato alle vicende politico-amministrative cittadine, ma che indubbiamente palesa la perdita di fiducia di buona parte dello zoccolo duro dell’elettorato dem cittadino.
Intanto, mentre il ‘popolo del sì’ è intento a leccarsi le ferite, l’opposizione e gli ‘indipendenti’ festeggiano un risultato inaspettato ottenuto forse senza neanche troppo impegno.