Il consulente informatico di Tiziana Cantone – la ragazza morta suicida dopo la diffusione di suoi video hard – che rivestì tale ruolo nel procedimento civile promosso dalla ragazza dopo la diffusione dei video, è stato interrogato dai magistrati delle procure di Napoli nord e Napoli, Rossana Esposito e Alessandro Milita come persona informata sui fatti. L’interrogatorio è durato oltre 12 ore. Avrebbe fornito numerosi elementi per la ricostruzione della diffusione in rete dei video.
È nato sulla rete e ha ingaggiato una sfida pericolosa con la legge. Il post del musicista Antonio Leaf Foglia, trombonista di Giffoni Valle Piana, parlava di Tiziana Cantone ed è stato pubblicato alle ore 23 e 30 del 13 settembre, giorno del suicidio della povera 31enne di Mugnano. Tiziana si è tolta la vita tre mesi fa dopo che i suoi video hot erano finiti sul web senza consenso. Per lui, per l’artista Leaf Foglia, era solo uno scherzo, un modo per dire la sua su un evento che aveva scosso l’Italia. In fondo, il canale comunicativo di facebook è così: libero e senza filtri. Ma quel post sulla storia di Tiziana Cantone era lesivo per la memoria della ragazza che si era suicidata da poco.
Il musicista aveva descritto il modo in cui Tiziana si era tolta la vita con un foulard legato al collo e aveva augurato che accadesse ad altre ragazze. Senza pietà. Quella frase rivolta alle donne «adesso quelle come lei facciano la stessa fine!» era stata ripresa dalla blogger e giornalista Selvaggia Lucarelli in maniera critica, denunciando a tutti gli utenti della rete, con numerosi followers, ciò che aveva scritto il musicista. Mercoledì scorso è arrivata la reazione legale. È stata infatti depositata la denuncia-querela per diffamazione nei confronti della memoria di Tiziana Cantone ai danni di Foglia da parte dei difensori della madre di Tiziana, Maria Teresa Giglio.