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sabato, Luglio 5, 2025
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Il ministero dell’Ambiente boccia il piano rifiuti della Campania, torna lo spettro inceneritore a Giugliano

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Il ministero dell’Ambiente boccia l’aggiornamento del Piano rifiuti approvato il 16 dicembre dal Consiglio regionale della Campania. Tra i rilievi avanzati dal dicastero di Gian Luca Galletti, la mancata previsione di un nuovo inceneritore oltre a quello di Acerra, che ha una capacita’ massima stimata inferiore al fabbisogno regionale.

Per il ministero emergerebbe “un profilo di illegittimita’ del Piano”, si legge nel documento inviato al vicepresidente della Regione, Fulvio Bonavitacola e di cui e’ venuto in possesso l’Agenzia Dire, perche’ si discosta “da piu’ punti di vista e in modo significativo” dalle previsione del decreto ministeriale approvato ad agosto sugli impianti di incenerimento. Malgrado la Regione abbia aumentato la capacita’ di trattamento del termovalorizzatore di Acerra a 750mila tonnellate annue, il fabbisogno campano supera, secondo il ministero, le 900mila tonnellate. Inoltre il piano, prevedrebbe un “forte incremento di fabbisogno di discarica” mentre la normativa europea e il decreto ministeriale considerano proprio il conferimento in discarica “l’ultima opzione nella gerarchia dei rifiuti” a cui si preferisce “il recupero di energia”. Il ministero evidenzia anche il freno della Regione rispetto all’incremento della raccolta differenziata, “cresciuta nel 2015 soltanto dello 0,9%. Si tratta – scrive il ministero – di un dato in forte contrasto con le previsioni del piano, secondo le quali si dovrebbe raggiungere il 65% nel 2020” sulla base di una sovrastimata crescita annua (3,75%) della raccolta differenziata.

L’efficienza degli impianti per il trattamento meccanico-biologico – osserva ancora il ministero – e’ attualmente sotto gli standard previsti, inoltre il Piano non riporta la realizzazione di impianti di produzione di combustibile solido secondario. Per il ministero, sarebbero insufficienti o inadeguati gli accordi extra regionali per ottimizzare le infrastrutture di trattamento dei rifiuti. Alla Regione si chiede ora di rendere noti i motivi “che hanno portato a una valutazione cosi’ diversa nel piano appena approvato”, rispetto a quella emersa in Conferenza Stato-Regioni. L’Ente di palazzo Santa Lucia potra’ anche chiedere la modifica del decreto governativo del 10 agosto scorso. L’aggiornamento al piano rifiuti era stato approvato dalla Regione per rispondere alle prescrizioni della sentenza di condanna della corte di giustizia europea che ha multato l’Italia al pagamento di 20 milioni di euro annui per la cattiva gestione dei rifiuti in Campania.

Non si è fatta attendere la replica del Vice Presidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola

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“Noto curiosi commenti ad una nota a firma di un Dirigente del Ministero dell’ambiente sul recente Piano regionale dei rifiuti, con cui sarebbe stato bocciato il recente Piano approvato dal Consiglio Regionale della Campania. Intanto il Ministero non può bocciare il Piano regionale per la banale ragione che non ha competenze per la sua approvazione, riservata alla Regione. Poi sono del tutto fuorvianti ed infondate le notizie sulla prevista realizzazione di nuove discariche, che il Piano non prevede affatto. Da molti mesi e’ arcinoto che sulle strategie di gestione del ciclo dei rifiuti il Ministero dell’Ambiente e la Regione Campania hanno posizioni diverse. Scoprirlo adesso è come scoprire l’acqua calda. Il Ministero è per lasciare le ecoballe dove sono previa semplice messa in sicurezza, noi siamo per rimuoverle. Il Ministero vuole un altro termovalorizzatore, noi semplicemente non lo vogliamo. E non consentiremo che si realizzi. Stiamo puntando a potenziare ulteriormente la raccolta differenziata, già attestata ad un buon risultato medio regionale di oltre il 50%. E stiamo puntando su una rete diffusa d’impianti di compostaggio a scala industriale e di piccoli impianti al servizio dei centri minori. Il Governo ha approvato nei mesi scorsi un programma di nuovi termovalorizzatori, che prevede in Campania un nuovo termovalorizzatore in aggiunta a quello di Acerra. Noi siamo nettamente contrari perché quel programma si basa su dati superati e persegue scelte altrettanto superate, anche in contrasto con i principi dell’economia circolare affermati dall’Unione Europea. Ne chiederemo la modifica esercitando una facoltà che lo stesso programma riconosce alle singole Regioni e come anche il Ministero dell’Ambiente richiama nella recente nota del 29 dicembre. In ogni caso, per la Regione in materia di gestione del ciclo dei rifiuti, decide la Regione. Gli anni dei commissariamenti e delle decisioni calate dall’alto sono stati anni di disastri. E non se ne avverte nessuna nostalgia. Nell’anno che si è appena chiuso 550 Comuni della Campania hanno aderito al nuovo modello di gestione del ciclo, che prevede per la prima volta nella storia della Regione Campania la costituzione degli Enti d’ambito. Siamo dentro un nuovo cammino. E andremo avanti. Anche chi a Roma la pensa diversamente se ne farà una ragione”.

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