Rifiuti di ogni genere disseminati sulle pendici del Vesuvio: sono queste le rivelazioni che emergono dalle indagini della Procura di Napoli. Cava Montone, Cava Fiengo e Cava Marsiglia sarebbero state usate per anni come vere e proprie discariche dei clan. Un giro d’affari ‘monstre’ evidenziato anche dalle immagini registrate dal Noe e dalla Forestale che riprendono esalazioni dei rifiuti in ‘fermentazione’. Scene conosciute nella cosiddetta terra dei fuochi, in un triangolo che dall’area giuglianese si estende fino ad Acerra.
Un’area ricca di vegetazione rischia di scomparire per l’influenza dei rifiuti classificati come speciali che da anni operano nel sottosuolo e che presto potrebbero sprofondare fino alle falde acquifere che dissetano la variegata vegetazione dell’area vesuviana.
Come riporta Il Mattino, ad aprire uno squarcio nella vicenda che sta portando alla scoperta di inquietanti verità sull’area vesuviana è stato il pentito Ciro Gaudino che, nel corso delle audizioni ha ammesso: “Sì, è vero i clan della camorra hanno piazzato nelle cave ogni genere di rifiuti. Il Vesuvio era la nostra tomba”.