venerdì, Luglio 18, 2025
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CATECHISMO SOTTO SCORTA NELLA PARROCCHIA DI SANTO STEFANO
Qualiano, il ritrovamento dei due «ordigni» rudimentali fa salire l’allarme


QUALIANO. Il catechismo «blindato». Dopo il ritrovamento di due ordigni rudimentali nei pressi della chiesa di Santo Stefano – uno davanti all’ufficio parrocchiale e l’altro davanti al cancello della scuola materna gestita dalle suore – si rafforzano i controlli da parte delle forze dell’ordine. I carabinieri della stazione di Qualiano hanno predisposto un servizio di sorveglianza durante le ore del catechismo, dalle 18 alle 19.30 di ogni martedì, mercoledì e venerdì. Si tenta, così, di arginare le preoccupazioni delle tante mamme che – all’indomani del rinvenimento dei due congegni – si erano recate in chiesa per accertarsi della sicurezza dei locali. I militari, assieme ad una delegazione dei genitori, hanno ispezionato ogni singola aula, così da escludere la presenza di altri materiali esplosivi. Contro il rischio di nuovi atti intimidatori si sono organizzati anche i fedeli. Un gruppo di volontari, autonomamente, ha predisposto alcune ronde presso tutte le strutture gestiste dalla chiesa, dagli immobili di piazza D’Annunzio ai locali di via Villa e via Camaldoli. Secondo quanto riferiscono i fedeli, le «pattuglie» sorveglieranno giorno e notte gli edifici sacri, in modo da scoraggiare nuovi raid.


Parallelamente proseguono le indagini dei carabinieri. Gli investigatori – come si dice in questi casi – non escludono nessuna ipotesi, neanche un messaggio da parte della criminalità organizzata o il gesto dimostrativo di qualche squilibrato. Resta in piedi anche la pista integralista: proprio alle spalle della chiesa di Santo Stefano vive una buona parte della locale comunità islamica e non è escluso che a piazzare gli ordigni esplosivi possa essere stato qualche estremista musulmano sull’onda delle recenti polemiche attorno alle vignette ritenute offensive della dignità del profeta Maometto. Ma queste – avvertono i militari della compagnia di Giugliano – sono solo ipotesi. Congetture, nulla di più. Si passa alla ricostruzione dei fatti. E qui gli elementi sono ancora meno. Perché testimoni, alle 6.30 di martedì, nel centro storico di Qualiano, non ce n’erano. O almeno, i carabinieri non ne hanno trovati. La ricostruzione passa dai quei tre arnesi (bombola di gas, fiamma ossidrica e tanica di benzina) posizionati all’ingresso dell’ufficio parrocchiale e, nella stessa sequenza, davanti al cancello della scuola materna «Don Bosco» distante meno di cinquanta metri. Nel primo caso la fiamma ossidrica era in azione: l’arnese bruciava contro la bombola di gas, a pochi centimetri dal contenitore di benzina. Il rischio di un’esplosione, dunque, era tutt’altro che remoto, così come confermato dagli stessi investigatori.


Dietro la porta dell’ufficio parrocchiale c’è la scrivania di don Salvatore Verde, il giovane vice parroco che guida la comunità religiosa in assenza del «superiore» don Lello Marino, in Africa per una missione. Don Salvatore, durante le omelie di questi giorni, ha più volte invitato «i fedeli a rivolgersi alle forze dell’ordine, qualora avessero notato qualche movimento sospetto alle spalle della chiesa» ed ha anche «ringraziato i carabinieri della stazione di Qualiano per il loro impegno nelle indagini».