MARANO. Due «colpi» in un solo giorno e Mauro Bertini, il sindaco del Pdci che guida il Comune di Marano dal ’93, ritorna a far discutere. Al centro dell’attenzione, ancora una volta, le esternazioni del primo cittadino su ebrei e palestinesi, Israele e arabi. A dirottare l’attenzione dei media sul vulcanico «toscanaccio», come qualcuno lo ha definito, sono state le dichiarazioni rilasciate prima al Corriere della Sera («Può venire voglia di dare fuoco ai simboli israeliani»), poi a Radio 24 («Lo Stato d’Israele è ovviamente ancora un pesante pugno dello stomaco dell’ umanità. Se ne farei a meno? Con tanto piacere»). Immediate le reazioni: Fassino («parole inaccettabilì»), Casini («affermazioni vergognose») e Gasparri («fa rabbrividire») hanno chiesto le dimissioni di Bertini. Diliberto, il segretario nazionale dei Pdci, ha preso nettamente le distanze: «Non condivido le dichiarazioni del sindaco di Marano».
LA PRECISAZIONE DI BERTINI. Una giornata convulsa, quella di ieri. Nel pomeriggio – dopo la pubblicazione dell’intervista di Bertini al Corriere della Sera, a margine degli articoli inerenti alla manifestazione di sabato a sostegno della causa palestinese a cui ha preso parte il Pdci, le minoranze di Rifondazione Comunista ed esponenti dei Verdi – arriva la precisazione del sindaco di Marano. «Quando ho parlato della voglia di bruciare le bandiere ho specificato che, dopo l’esperienza vissuta in Palestina, comprendo lo stato d’animo di chi lo compie, ma lo considero in ogni caso un gesto stupido, anche perché bisogna fare cose più concrete per aiutare il popolo palestinese». La lettera, diretta al quotidiano di via Solforino, viene pubblicata anche dalle agenzie di stampa. «Non ero nelle condizioni fisiche di vedere chi bruciava le bandiere – dice Bertini – perché ero alla testa del corteo di sabato, ma in ogni caso non ho assolutamente condiviso quel il gesto né gli slogan di cui ho appreso, relativi alle vittime di Nassiriya». «Quando ho parlato della voglia di bruciare le bandiere – ha poi affermato – ho inoltre specificato che, dopo l’esperienza vissuta in Palestina, comprendo lo stato d’animo di chi lo compie, ma lo considero in ogni caso un gesto stupido, anche perché bisogna fare cose più concrete per aiutare il popolo palestinese». «Sulla vicenda della strada della mia città da dedicare ai martiri di Nassiriya – ha concluso il sindaco – ho lungamente spiegato la storia che ormai è nota a tutta l’Italia ed ho anzi precisato che ho il mandato del consiglio comunale di individuare un sito da dedicare a tutte le vittime di Nassiriya, intendendo come tali tutti coloro che hanno sofferto per questa guerra insensata e criminale».
IL PASSO FALSO. Pensiero finalmente precisato, quello di Bertini. Le polemiche sembrano rientrare. E invece no. E’ lo stesso sindaco di Marano, nella prima serata, a gettare altra benzina sul fuoco perché, parlando di nuovo di Israele ai microfoni di Radio24 ha aggiunto: «Con tanto piacere ne farei a meno». «Israele esiste – dice Bertini alla radio – e non possiamo che prenderne atto. Esistono tante cose delle quali prendiamo atto. Ma che sia giusto che esista e che esista tenendo schiavo un altro popolo, beh questo è un problema di coscienza e chi non lo sente dovrebbe interrogarsi». Poi alla domanda: «Ma di Israele lei ne farebbe a meno?» Bertini risponde: «Con molto piacere».
LA CONDANNA DEL MONDO POLITICO. Le dichiarazioni non sono piaciute a nessuno, a Roma come a Marano e Napoli. Immediata è stata la reazione della comunità ebraica. Il gruppo ‘Martin Gruber, ebrei per la pace’ ha chiesto a Romano Prodi di condannare il vilipendio alla bandiera d’Israele, mentre il vicepresidente della comunità ebraica Riccardo Pacifici ha invitato Bertini ha rassegnare le dimissioni. «Così come è avvenuto per il ministro Calderoli – ha detto – lo invito a dimettersi». La condanna delle dichiarazioni del primo cittadino campano arriva dal mondo politico. Prodi approfitta di un incontro a Napoli per tornare sul corteo di sabato. Non cita direttamente Bertini ma, parlando delle bandiere israeliane bruciate e degli gli slogan su Nassiriya scanditi alla manifestazione è durissimo: «Sono episodi che condanno senza appello». E poi, rispondendo ad una lettera del gruppo ‘Martin Buber’ censura in modo esplicito i manifestanti che hanno dato fuoco alla bandiera israeliana. «Simili comportamenti – scrive Prodi- non possono avere alcuna cittadinanzà nella coalizione che ho l’onore e la responsabilità di guidare». Se la prende invece direttamente con il sindaco di Marano, Pier Ferdinando Casini che giudica “vergognose” le sue affermazioni. «Chiedo scusa allo Stato di Israele come presidente della Camera dei deputati – dice – per l’irresponsabilità di queste parole».
DILIBERTO ISOLA BERTINI, FASSINO: «IL SINDACO SI DIMETTA» . A chiede le dimissioni di Bertini anche Piero Fassino, perché «le sue parole sono sbagliate e assolutamente inaccettabili. Penso che chi formula quelle espressioni non ci rappresenta e dovrebbe avere dunque la dignità di dimettersi», attacca il leader della Quercia. Preferisce non entrare nelle polemiche con il sindaco campano Rifondazione Comunista, impegnata in un’altra polemica interna al partito. Bertinotti, parlando del corteo di sabato a cui hanno preso parte le minoranze del Prc, osserva infatti che «l’idea della violenza per conquistare il potere alberga ancora a sinistra». Il leader di Rifondazione definisce “refrattaria” una parte della sinistra che «rifiuta, in nome della resistenza l’innovazione». Al segretario risponde Claudio Grassi dell’Ernesto, invitandolo a «non fare discorsi astratti sull’uso della forza». Chi invece preferirebbe non parlare più della manifestazione di sabato è Oliviero Diliberto. Il segretario del Pdci per tutta la giornata evita di commentare le dichiarazioni di Bertini ma poi, dopo le nuove accuse allo stato di Israele, dimentica le mezze misure: «Non condivido nella maniera più assoluta le dichiarazioni del sindaco di Marano in merito allo Stato d’Israele – precisa il leader del Pdci – La posizione del Pdci è chiara. Israele ha il sacrosanto diritto di esistere in pace e sicurezza, e questa sicurezza sarà garantita tanto più quando vi sarà uno Stato palestinese libero e indipendente». Iacopo Venier, responsabile Esteri del partito, invece, promette «querele» a chi «da oggi in poi assocerà il Pdci all’antisemitismo». Dalla Cdl la condanna alle dichiarazioni del sindaco si trasformano in una richiesta esplicita di dimissioni. «Se al sindaco comunista di Marano è rimasta una briciola di dignità deve immediatamente rassegnare le dimissioni», dice il ministro di An Mario Landolfi. Isabella Bertolini (FI) chiama in causa direttamente Prodi invitandolo a «pensare agli estremisti dell’Unione che lo tengono sotto scacco.
INUTILE DIETROFRONT. La frittata è fatta. Anche stavolta Bertini, come nella vicenda relativa alle vittime di Nassiriya, si trova schiacciato nel tritacarne mediatico. Della vicenda ne parlano, con sdegno, tutti i quotidiani in edicola questa mattina. Inutili le ultime precisazioni. «Landolfi e Gasparri chiedono le mie dimissioni? Rispondo che fino a quando ci sono loro posso esserci anche io. Agli amici delle Comunità ebraiche che si sentono offesi a causa di una non giusta interpretazione delle mie parole chiedo sinceramente scusa». Bertini replica così, in serata, alle richieste di dimissioni che sono arrivate dalle agenzie di stampa per tutto il pomeriggio di ieri. «Non capisco tutte queste polemiche, se qualcuno però vuole strumentalizzare la
vicenda è un’altra storia. Voglio ribadire la mia solidarietà al popolo ebraico per
quanto ha subito nel corso dei secoli – spiega Bertini – ma
vorrei anche precisare che una cosa sono gli ebrei che vivono in
ogni parte del mondo e una cosa è lo stato di Israele. E se
permettete su quest’ultimo si può avere anche il diritto di
dissentire, o no?»