venerdì, Luglio 18, 2025
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Nuvoletta e Caccante: chiesti due ergastoli


MARANO. Piena attendibilità dei pentiti Massimo Tipaldi e Giovanni Brusca, quest’ultimo una vera e propria autorità in tema di collaborazione. È così che il pm Francesco Cascini ha chiesto il massimo della pena, la condanna all’ergastolo, per Luigi Baccante e Angelo Nuvoletta, ritenuti ai vertici della camorra di Poggio Vallesana, il feudo che controllerebbe il malaffare di Marano. I due imputati sono stati accusati di essere tra i responsabili del quintuplice delitto del 19 novembre 1984 a Poggio Vallesana: quello di Vittorio Vastarella «nas ’e cane», del figlio Luigi, di Gennaro Salvi, Gaetano Di Costanzo e Antonio Mauriello. I primi due furono strangolati, gli altri uccisi a colpi di revolver. Giovanni Brusca, reo confesso, recentemente condannato a vent’anni di reclusione svolse un ruolo di primo piano. Aveva un preciso compito con il quale dalla Sicilia era sbarcato in Campania, fino a raggiungere Marano, dove c’erano i «fratelli» dello scomparso don Lorenzo Nuvoletta e del fratello Angelo: il suo compito era di sciogliere nell’acido i cinque cadaveri per cancellarne ogni traccia dopo le avvenute operazioni. Il processo che si sta celebrando in Corte d’Assise nasce proprio dalle sue dichiarazioni. Brusca riferisce che i Nuvoletta erano in strettissimi rapporti con i «corleonesi», in particolare con Totò Riina, capo dei capi di Cosa Nostra. Facile capire anche lo scenario dell’omicidio, secondo quanto ha ricostruito in aula Francesco Cascini: era stato ucciso dai Vastarella Raffaele Ferrara, braccio destro di Antonio Bardellino e i Nuvoletta volevano evitare l’acuirsi di conflitti con i Bardellino. Nella ricostruzione del pm viene tracciata una precisa geografia criminale, nella quale il comune alle porte di Napoli appare strettamente collegato con il mandamento di Corleone.



leandro del gaudio – il mattino 21 febbraio 2006