Giugliano. Mare blu sul litorale, in dirittura d’arrivo l’iter per la realizzazione delle condotte sottomarine. La buona notizia arriva dalla conferenza dei servizi dell’altro giorno, alla quale hanno partecipato i rappresentanti di Regione, Provincia, commissariato straordinario di governo alla tutela delle acque e delle associazioni. Per i comuni del napoletano era presente il sindaco di Giugliano. «Adesso è allo studio dei tecnici regionali un sistema integrato che prevede – dice il primo cittadino, Francesco Taglialatela – oltre alla realizzazione delle condotte sottomarine, anche una serie di interventi di colluttazione degli scarichi per evitare che i liquami finiscano sulla battigia o direttamente in mare». Ma a cosa servono questi impianti? Le condotte dovranno portare i liquami lontano dalle coste e rendere finalmente balneabile il tratto compreso tra Cuma e Castelvolturno. Da tre anni questa battaglia ambientalista mette insieme ben 26 comuni e il cartello di associazioni «Costa dei sogni», presieduto da Annamaria Lubrano. Il percorso istituzionale è stato avviato dopo la raccolta di 16 mila firme consegnate in Regione alla fine del 2005. Il fronte per far rinascere le spiagge si è incontrato prima a Giugliano, a metà gennaio, in occasione dell’audizione della commissione regionale «Risorsa mare», presieduta da Michele Ragosta. Poi l’altro giorno, si è svolta la seconda tappa dell’iter. All’incontro convocato dall’assessore regionale all’ambiente, Luigi Nocera, hanno partecipato decine di tecnici e politici. Ognuno con un progetto, spesso in conflitto con gli altri. Atti e proposte, poi, potrebbero confluire anche in una proposta di legge regionale per riordinare l’assetto delle competenze tra i vari enti. Un passaggio obbligatorio anche per agevolare il percorso, sul quale si incontrano troppe difficoltà nel trovare una sintesi. Intanto sono perplessi i rappresentanti delle associazioni. «Non possiamo più perdere tempo. Ad ogni incontro – dice Gaetano Montefusco, le legale di Costa dei sogni – viene ribadito la necessità di realizzare la condotta, ma non si è trovato ancora un accordo sulla modalità tecnica da seguire. Cioè se debba sfociare sotto la linea termoclimatica o meno». Nel piano allo studio della Regione c’è anche il potenziamento del depuratore di Cuma. I lavori di ristrutturazione sono bloccati da quasi tre anni da un contenzioso tra le ditte che hanno partecipato alla gara d’appalto. L’epilogo non è lontano: il Consiglio di Stato deciderà il 16 marzo a quale delle imprese aggiudicare il progetto di finanza bandito dalla Regione.
TONIA LIMATOLA – IL MATTINO 25/02/2006