GIUGLIANO. Cavalli dopati per vincere le corse, in maggior parte clandestine ma anche competizioni regolari, e incassare i premi delle scommesse. Dell’organizzazione, che agiva soprattutto in Campania, facevano parte fantini, proprietari di scuderie, medici, farmacisti, veterinari, informatori scientifici, allevatori di cavalli. Con 25 ordinanze di custodia, alcune in carcere altre agli arresti domiciliari, eseguite oggi dai carabinieri dei Nas di Napoli (24 in Italia, mentre un altro indagato è stato fermato all’estero) é stata sgominata una “centrale” attiva nel settore delle corse ippiche ed in grado di alterare i risultati. I provvedimenti sono stati emessi dal gip Paola Valeria Scandone su richiesta del pm della Dda di Napoli Giovanni Conzo. Le accuse contestate sono di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Unire, ricettazione, detenzione ed immissione in commercio di farmaci dopanti clandestinamente prodotti nel territorio nazionale e ceduti in regime di esercizio abusivo della professione sanitaria.
L’INCHIESTA. L’inchiesta sfociata ieri negli arresti, effettuati soprattutto nelle province di Napoli e Caserta, rappresenta lo sviluppo di una indagine avviata dai Nas nel settembre 2004 e che conta complessivamente 114 indagati. Nel corso dell’ operazione, denominata Diomede, sono state sequestrate circa 10mila confezioni di medicinali vietati dal regolamento antidoping. Tra queste sostanze, antipiretici, analgesici, antistaminici, stimolanti respiratori, ormoni sessuali, anabolizzanti, farmaci che modificano la coagulazione del sangue. Gli inquirenti hanno accertato che anche il Viagra veniva utilizzato in dosi massicce per il doping. E’ stato sequestrato anche un ippodromo clandestino, a Marigliano: una struttura abusiva attrezzata con pista, tribune, box per i cavalli, autostart, torretta per la giuria e parcheggi. Una struttura edificata in assenza di concessione edilizia e che doveva essere abbattuta, secondo una disposizione del Comune. Il provvedimento tuttavia non è stato mai eseguito. Gli investigatori dei Nas hanno sottolineato anche il rischio per la salute, soprattutto dei bambini e degli ammalati, conseguente all’ attività illegale. I cavalli, infatti, al termine della carriera venivano destinati alla macellazione con il pericolo quindi di introdurre nel circuito alimentare carni ricche di ormoni che possono provocare gravi danni, tra i quali l’insorgere di tumori. I militari hanno eseguito 65 perquisizioni in abitazioni e scuderie degli indagati e anche presso gli ippodromi di Agnano (Napoli) e Cirigliano di Aversa, in provincia di Caserta. Durante l’ indagine avviata nel 2004 sono stati sequestrati complessivamente 82 cavalli iscritti all’ Unire.
GLI ARRESTI. Venticinque gli arresti eseguiti (15 le ordinanze di custodia cautelare in carcere, nove ai domiciliari. I provvedimenti sono stati firmati dal giudice per le indagini preliminari Paola Valeria Scandone. Tra i destinatari delle misure compaiono Lorenzo Abate, 51 anni, medico veterinario di Parete, Carmelo Bottone, 35, informatore medico scientifico di Siracusa, Paolo Chianese, veterinario 32enne di Giugliano, Raffaele Pascarella, 50, farmacista di Acerra (che però esercita la propria attività ad Aversa); i driver: Domenico Caterino, 30 anni di Castelvolturno, Romeo Gallucci, 45, di Giugliano, Vincenzo Leccese, 27, di Pagani e Ferdinando Solla, 38enne di Marano. In carcere sono finiti pure un imprenditore di Capodrise, il 41enne Domenico Berazzo, due commercianti di prodotti per l’ippica, Gennaro Di Vincenzo, 46 anni di Marcianise e Salvatore Scarpa, 53, di Torre Annunziata; ed infine Aurelio Durante, 48, allenatore di cavalli residente ad Aversa ed i titolari di tre scuderie: Giuseppe Iervolino, 27 anni, di Ottaviano, Aniello Rosanova, 53, di Sant’Antonio Abate e Salvatore Moccardi, 53, di Napoli. Tutti devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Unire (Unione nazionale incremento razze equine), ricettazione, detenzione ed immissione in commercio di farmaci dopanti clandestinamente prodotti nel territorio nazionale e ceduti in regime di esercizio abusivo della professione sanitaria. Agli arresti domiciliari sono invece finiti gli allenatori di cavalli Giovanni D’Alessandro, 43 anni di Pozzuoli, Attilio Marrazzo, 45 di Sant’Egidio al Monte, Vincenzo D’Alessandro, 50, di Napoli, Marco De Vivo, 31, di Napoli, Antonio Di Muro, 39, di Pozzuoli, e Franco Ruggiero, 57, napoletano; e i driver: Sabato Di Vincenzo, 26 anni di Arzano, Francesco De Cristofaro, 51 di San Marcellino e Ciro Velardi, 41enne di Quarto Flegreo. Gli indagati sono complessivamente 114.
LE INDAGINI. Gli investigatori svolgeranno accertamenti anche su eventuali omissioni nei controlli antidoping in quanto, dagli esami eseguiti in occasione delle gare regolari al centro dell’inchiesta, mai sarebbero emersi sospetti di uso di sostanze proibite. Dalle intercettazioni telefoniche gli inquirenti hanno scoperto che i componenti della organizzazione erano in grado di anticipare l’esito delle corse e puntavano sui cavalli sottoposti al “bombardamento” di farmaci illeciti. “Siamo davanti ad una vera e propria emergenza criminalità nel mondo dei cavalli”, è il il commento di Legambiente. “Un’emergenza a 360 gradi – ha affermato l’associazione ambientalista – che va dalle corse clandestine che ormai dilagano in Sicilia, Campania e Puglia, alle truffe dei concorsi ippici, dagli ippodromi della camorra ai cavalli dopati, passando per la macellazione clandestina. Gli arresti di oggi dimostrano sempre di più come è molto sottile il confine tra legalità e illegalità nell’ambito delle corse dei cavalli”.