giovedì, Luglio 17, 2025
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COMUNI E CAMORRA, DICIOTTO ISPETTORI DA OGGI AL LAVORO

Sono in tutto 18. Arriveranno in mattinata nelle case comunali di Sant’Antonio Abate, San Gennaro Vesuviano, Quarto, Giugliano, Casandrino e negli uffici amministrativi del Consorzio bacino Napoli 3 (la settimana scorsa erano già state avviate le indagini presso la società pubblica Pomigliano Ambiente). I componenti delle commissioni d’accesso della prefettura di Napoli da oggi cominceranno l’indagine per verificare se nella gestione di questi enti siano entrati i tentacoli della camorra così come segnalato da una serie di esposti e interrogazioni parlamentari. Il Gia, cioè il gruppo interforze antimafia che per primo si era occupato, secondo la procedura prevista delle legge, dei nuovi casi dei Comuni da monitorare, aveva espresso al prefetto Renato Profili parere favorevole all’invio dei commissari e immediatamente era stata inoltrata la richiesta al ministero. Poche ore dopo il via libera il pool di 007 della prefettura era già pronto, e oggi i 18 commissari si presenteranno ai sindaci per chiedere di poter visionare tutti gli atti che riguardano la vita amministrativa di ciascun ente. Il loro lavoro dovrebbe durare tre mesi ma hanno la possibilità di chiedere delle proroghe qualora le indagini fossero particolarmente complesse. A San Gennaro Vesuviano in particolare troveranno una situazione non facile: moltissimi atti e delibere sono in questo momento nella disponibilità del pm Maria Antonietta Troncone che sta svolgendo un’inchiesta che riguarda il Comune vesuviano e la Provincia di Napoli sospettati di aver favorito il clan Fabbrocino attraverso l’adozione di alcuni strumenti urbanistici. San Gennaro è un Comune non nuovo agli accertamenti anticamorra: già è in corso un processo che vede imputato tutto il vecchio Consiglio comunale sciolto nel 2001 e che si basa proprio sulla relazione dei commissari prefettizi, ora testimoni del procedimento giudiziario che si sta svolgendo davanti al tribunale di Nola. Poche sorprese anche al Comune di Sant’Antonio Abate dove c’è stata una lunga polemica politica che senza colpo ferire ha portato una serie di questioni sul tavolo del prefetto, come quella che riguarda il piano regolatore. Secondo le dichiarazioni di un pentito, infatti, l’amministrazione comunale avrebbe fatto un omaggio al clan Fontanella: la bozza del piano regolatore sarebbe stata sottoposta, prima dell’approvazione all’«autorevole» parere di esponenti della cosca per concordare eventuali, compiacenti variazioni. Scenari che dovranno essere chiariti dalle verifiche che si apprestano a fare i commissari. Nel caso il cui gli accertamenti delle commissioni dovessero portare alla luce situazioni di connivenza tra le amministrazioni e la camorra il prefetto dovrà chiedere lo scioglimento degli enti al Consiglio dei ministri. Si allungherebbe allora quella lista nerissima che in soli sei mesi già conta 9 enti sciolti per aver gestito la «cosa pubblica», a quattro mani con la criminalità organizzata: Asl4, Afragola, Casoria, Boscoreale, Pozzuoli, Brusciano, Melito, Crispano, Tufino e Torre del Greco.


AMALIA DE SIMONE – IL MATTINO 6 MARZO 2006





Riceviamo e pubblichiamo

AN: LA COMMISSIONE DI ACCESSO AL COMUNE DI GIUGLIANO
PREMIA LA BATTAGLIA PER LA LEGALITA’ CONDOTTA DA AN
E SBUGIARDA L’AZIONE DELLA GIUNTA DI CENTRO-SINISTRA




GIUGLIANO. “Chi fino all’altro giorno ci accusava di cassandrismo, dovrà ricredersi. A Giugliano, la malapolitica della giunta di centro-sinistra ha fatto il suo tempo e l’invio di una commissione prefettizia è l’ultima conferma in ordine di tempo di quanto Alleanza Nazionale va denunciando da anni”.
Così Gianni Riccio, presidente del circolo territoriale di Giugliano Centro del partito di Gianfranco Fini commenta il provvedimento adottato dal prefetto di Napoli, Renato Profili, di inviare nella terza città della Campania una task force di commissari per passare al setaccio gli ultimi tre anni di vita amministrativa a guida centro-sinistra con una giunta capitanata dal sindaco diessino Francesco Tagliatatela.
Anche i gravi fatti di Giugliano dimostrano come a Napoli e provincia siano estese le infiltrazioni della criminalità organizzata nella vita politica delle Amministrazioni guidate dal centrosinistra.
Quello che emerge, ancora una volta, è uno spaccato molto pericoloso per la legalità e la trasparenza delle Istituzioni, visto il torbido intreccio che esiste tra gli interessi criminali e la politica locale.
Aggiunge ancora Riccio: “Le lacrime di coccodrillo di alcuni esponenti del centrosinistra che tardivamente cominciano a fare autocritica non sono affatto credibili. Il marcio nel governo locale sta venendo a galla grazie alle capillari denunce di Alleanza nazionale.
La coalizione che governa Napoli e la Campania dovrebbe cominciare seriamente a preoccuparsi di come sotto la propria gestione la mala-pianta della camorra sia entrata e si sia alimentata all’interno delle Istituzioni e della vita politica da numerosi enti locali.
Quello che registriamo e continuiamo a denunciare come Alleanza Nazionale è l’atteggiamento ambiguo, frutto di lassismo ed insufficienza, che consente che nelle istituzioni pubbliche si inserisca la criminalità organizzata. Il centrosinistra finora ha nascosto la testa sotto la sabbia.
Siamo convinti che le istituzioni pubbliche in Campania stiano attraversando un periodo buio, nel quale tutto si giustifica pur di mantenere il potere e spesso si chiude un occhio o entrambi nella lotta alla malavita”.
“A Giugliano”, conclude Riccio, “ora più che mai, bisogna restituire la parola agli elettori mandando a casa chi si è dimostrato incompetente ed incapace nel gestire la cosa pubblica locale”.


An Giugliano