Dopo l’improvvisa fiammata di speranza proveniente dalla Corte di Cassazione e dalla sentenza che accoglieva il ricorso del sindaco di un piccolo comune piemontese, tornano ad affievolirsi le speranze di Mauro Bertini per una sua eventuale ricandidatura a sindaco.
Il Ministero degli Interni ha diramato un comunicato che chiude la strada ai sindaci che, dopo due mandati consecutivi, fossero desiderosi di rimanere in campo. “Il ministero dell´Interno, in attesa di acquisire la pronuncia della Corte di Cassazione sulla decadenza del sindaco di Salerano canavese, precisa che le decisioni a lui favorevoli si sono basate in primo e in secondo grado esclusivamente su motivi procedurali e non di merito. Peraltro, in un caso analogo, la magistratura di merito si è espressa in maniera opposta. Infatti, il tribunale di Campobasso, con sentenza del luglio 2005, confermata poi anche dalla Corte di appello, ha annullato l´elezione per il terzo mandato consecutivo del sindaco del comune di Castelbottaccio. In questo caso, la Corte ha ritenuto manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale della norma che limita i mandati dei sindaci, condividendo cosi´ l´esigenza di evitare “pericolose incrostazioni di potere nelle mani di singole persone”.
Dunque, secondo il Viminale, la legge, con l’articolo 51 del testo unico sugli enti locali, è chiara e per i sindaci al secondo mandato consecutivo è esclusa l’eleggibilità. Si possono ricandidare ma – e questo è l’assurdo – non possono essere eletti. Se vengono eletti il prefetto scioglie il Consiglio e manda tutti a casa.
Uno spiraglio sembrava aperto da una complessa vicenda giudiziaria innescata dal sindaco di Salerano Canavese, Elio Ottino. Questi, candidatosi per la terza volta, eletto sindaco (anche perché era l’unico candidato di questo centro di 500 abitanti), è stato mandato subito a casa dal prefetto di Cuneo. Ne è nata una lunga vicenda giudiziaria, con ricorsi a vari tribunali. Ottino, alla fine, ha visto una sentenza a suo favore da parte della Corte di Cassazione e questo aveva fatto gridare alla vittoria tutti i sindaci che volevano ricandidarsi. La lettura della sentenza, però, consegna un’amara sorpresa: la corte accoglie la norma sulla non eleggibilità dei sindaci al secondo mandato ma rileva, nella vicenda di Ottino, un errore di procedura nella notifica degli atti. Quindi una questione formale e non sostanziale. L’associazione dei Comuni, tuttavia, ha approfittato della sentenza della Cassazione per rilanciare la sua battaglia. “Bisogna rimuovere il limite dei mandati – dicono dall’Anci – perché è assurdo. Invitiamo tutti i sindaci in scadenza a fare battaglia per la cancellazione di questo sbarramento, magari anche ricorrendo ad atti di disobbedienza civile con la presentazione di ricandidature”.
Ricandidature di disturbo e di protesta, dunque, e non finalizzate a restare al governo delle città.
La cancellazione del limite sarà affrontata dal prossimo Parlamento, che però si riunirà in prima seduta il ventotto aprile, troppo tardi per dare il via libera in vista delle comunali del 28 maggio. Per Bertini, quindi, nessuna possibilità di una ricandidatura “legale”. Il sindaco di Marano, però, non è tipo che si scoraggia e non è escluso che, da Marano, lanci la sua sfida alla legge e ripresenti la sua terza candidatura consecutiva. Intanto, proprio in tema di tenacia del primo cittadino di Marano, ieri è arrivata la notizia della definitiva archiviazione del Consiglio di Stato della procedura di scioglimento del Consiglio comunale di Marano per infiltrazioni camorristiche. Il Provvedimento arriva dopo la vittoria al Tar della Campania del novembre 2004 e dopo un primo pronunciamento del Consiglio di Stato nel marzo 2005.