Accanto al male e ai suoi codici è vissuta tanti anni al punto da farli propri. La donna del boss, quella che gode in maniera riflessa dei privilegi e della considerazione degli altri affiliati. La storia di Rita Pepe, 28 anni, è una delle tante che vengono dalla periferia dimenticata di Napoli, quella di Pianura al centro dell’ultima operazione della squadra mobile. Rita Pepe è la compagna di Pasquale Pesce e proprio grazie a quell’amore, quell’ ‘amore criminale’ ha assunto una caratura malavitosa sempre maggiore come testimoniato dai magistrati dell’antimafia stando ai quali la donna «Ha assunto in rilevanza in modo palese, nel periodo di ‘fibrillazione ‘ vissuto dal clan Marfella nel luglio 2015, a seguito dell ‘arresto dei due ‘reggenti ‘ e di alcuni affiliati di rango. In questa fase così delicata” quella che viene indicata come “la risoluta e violenta Pepe” avrebbe assunto “le vestì di ‘vicaria ‘ del marito (limitatamente al settore relativo al traffico degli stupefacenti), informandolo circa l’andamento della piazza di spaccio e le decisioni assunte al riguardo dall’allora nuovo reggente Mario Marfella, ricevendo da Pesce istruzioni in merito al comportamento da tenere nei confronti di Francesco Ceci e Lorenzo Carillo che la stessa Pepe non avrebbe esitato ad affrontare anche a ‘muso duro’ “(schiaffeggiando Ceci, un capopiazza, quando questi le avrebbe riferito di non volerla come propria interlocutrice e zittendo sovente Carillo in occasione di diversi colloqui in carcere con Pesce) “e al modo attraverso il quale ‘riorganizzare’ la piazza per realizzare maggiori profitti».