Violenze, anche mediante l’uso di armi, per costringere titolari di una fabbrica di abbigliamento di Grumo Nevano a versare tangenti: prima sporadiche poi mensili. Richieste estorsive, quelle messe in atto da Antonio Picciulli e Pasquale Dell’Omo, entrambi di Napoli, poco più che ventenni, che venivano avanzate per conto del clan Verde, operante a Sant’Antimo, e che sono state interrotte da un decreto di fermo emesso dal pm Paolo Itri della Dda. Inizia tutto nel natale 2004: è allora che Picciulli (25 anni) e dell’Omo (24 anni), con minacce, iniziano a chiedere tangenti all’imprenditore di Grumo Nevano. Ritornano a Pasqua del 2005, per poi mettere in atto una richiesta costante, 200 euro al mese, dal settembre 2005 al gennaio 2006. A marzo scorso, poi, Picciulli calca ancora di più la mano. Fa, infatti, irruzione nei locali della fabbrica e spara ai danni di un furgone e delle vetrate degli uffici. Sia Picciulli che Dell’Omo sono risultati gravemente indiziati del delitto di estorsione aggravata, detenzione, porto di arma da fuoco e danneggiamento aggravato e, per questo, raggiunti dal fermo eseguito dalla polizia di Frattamaggiore. Picciulli, peraltro, risulta coniugato con la figlia di Antonio Verde, meglio noto come “capuzzella”, esponente di spicco del clan Verde ed attualmente detenuto.