A Scampia, il quartiere di Napoli dove l’anno scorso oltre 50 persone sono state ammazzate in una faida sanguinaria, si torna a uccidere. Ieri, due persone sono state ammazzate in un agguato di chiara matrice camorristica in via Labriola, alla periferia nord della città. Subito dopo l’agguato è iniziato un inseguimento tra un’auto della polizia e i killer a bordo di una moto. Sono stati esplosi colpi di pistola, uno dei quali avrebbe ferito uno dei sicari. Sotto i colpi dei killer sono finiti Ciro Fabricino, pregiudicato 31enne per droga, trasportato all’ospedale Cardarelli dove è arrivato già cadavere, e Ciro Fontanarosa, di 30 anni, morto poco dopo il ricovero. I due sono stati portati al nosocomio, in un disperato tentativo di soccorso, a bordo di una Mercedes, ma non c’è stato nulla da fare.
La missione di morte è stata eseguita all’altezza del lotto G dove, secondo quanto riferito dagli investigatori, erano presenti diversi esponenti del clan Di Lauro. Momenti di tensione sul posto quando le forze dell’ordine sono dovute intervenire per sedare gli animi, particolarmente accesi, subito dopo il fatto. I killer, con il volto coperto dai passamontagna, erano a bordo di una Beverly. Quando hanno visto Fabricino e Fontanarosa hanno esploso numerosi colpi di pistola nei loro confronti. Nella zona si trovava a passare una volante della polizia. Ne è seguito un conflitto a fuoco. Uno dei killer sarebbe fuggito a piedi, l’altro sulla moto. Uno dei due potrebbe essere stato ferito.
La faida di Scampia si riaccende così dopo aver seminato morte e terrore nel corso del 2005 quando oltre 50 persone furono ammazzate in un botta e risposta di sangue per lo scontro all’interno del clan Di Lauro. Una guerra che ha segnato l’intero hinterland a nord di Napoli, i Comuni di Mugnano, Melito, Casavatore e Arzano in particolare, senza risparmiare Qualiano e Giugliano. Gli investigatori, in particolare, temono che il duplice omicidio di Scampia sia la risposta ad un altro omicidio, quello di Carmine Amoruso, di anni 43, capozona degli scissionisti tra Mugnano e Scampia, ucciso nella sala bingo di Mugnano il 5 marzo scorso. E i morti di ieri, secondo quanto si è appreso, apparterrebbero al clan Di Lauro a cui gli scissionisti si contrappongono. Dopo un periodo di “armistizio”, provocato anche dai colpi assestati dalle forze dell’ordine alle due parti in guerra, si tratterebbe così di un colpo di coda degli scissionisti della cosca che a Scampia si fronteggia per la divisione degli equilibri criminali all’interno del quartiere.
«È necessario che l’azione ministeriale sia coordinata con quella di Prefetto e Questore, per impedire che le nostre città diventino teatro di scontri a colpi d’arma da fuoco come oggi a Scampia»: questo il commento di Riccardo Villari, responsabile per il Mezzogiorno della Margherita, dopo il nuovo agguato camorristico di Scampia.
«Non bisogna mai abbassare la guardia di fronte alla criminalità organizzata. Ricordarsi del problema solamente quando accadono tali tragedie è un grave errore. Nonostante gli sforzi – continua Villari – il ministero dell’Interno deve svolgere un’azione più incisiva e continuativa per debellare una delle piaghe che attanagliano il nostro Paese».
Dal canto suo, il senatore di Alleanza Nazionale, Michele Florino, componente della commissione Antimafia. «Il duplice agguato avvenuto in via Labriola, nel rione Scampia a Napoli, dimostra chiaramente che vi è una grossa carenza investigativa, gli innumerevoli sforzi dei rappresentanti delle forze dell’ordine non bastano, occorre incrementare il lavoro di intelligence».
«Scampia, che è un territorio ad alto rischio criminale – ha proseguito Florino – doveva essere al centro di minuziosi controlli ed attività di intelligence anche in seguito gli arresti eccellenti, invece tutto questo non è stato fatto, lasciando ampio spazio di movimento alla criminalità organizzata». «Ormai siamo ad una soglia di non ritorno oltre la quale vi è il caos totale, la criminalità non può vincere, le istituzioni tutte sono chiamate a fare con determinazione il loro dovere – ha concluso l’esponente di An – non si può più continuare ad assistere impotenti alla spietata guerra di camorra di camorra in atto a Napoli».