venerdì, Luglio 18, 2025
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Patto d’acciaio contro i Di Lauro

Un patto tra gli “scissionisti” del
clan Di Lauro, i Lo Russo, i Licciardi e i
Torino per controllare non solo le “piazze”
di spaccio di Secondigliano e Scampia
ma anche per conquistare il centro
storico. È il nuovo scenario che emerge
a 24 ore dal duplice omicidio di Scampia.
Ma l’agguato contro Ciro Fabricino
e Ciro Fontanarosa non è strettamente
collegato né alla “vecchia” faida né a
quella nuova, che secondo gli esperti
“007” sta per aprirsi in tutta la città, un
po’ come avvenne nel 1998. Un ritorno
alla grande dell’Alleanza di Secondigliano,
insomma. Resta solo da vedere
che posizione prenderanno i Contini. Il
duplice omicidio di via Labriola, però,
sarebbe un “regalo” fatto dagli “scissionisti”
ai nuovi alleati, in particolare ai
Licciardi. Sia Fontanarosa che Fabricino,
infatti, erano fedelissimi dei Prestieri,
a loro volta legati a doppio filo ai
Di Lauro, e si sa che tra il gruppo di Masseria
Cardone e quello del rione Monterosa
non corre buon sangue dai tempi
dell’omicidio di Vincenzo Esposito “’o
principino”, figlio di Assunta Licciardi e
Gennaro Esposito “’o curto”. Il giovane
emergente fu ammazzato assieme all’amico
Salvatore Esposito il 17 marzo del
1997 nel corso di un conflitto a fuoco con
i “guaglioni” dei Prestieri all’interno del
rione Monterosa. Questa tesi potrebbe
essere confermata anche dal fatto che
il commando di killer, supportato da
personaggi di grosso calibro degli “scissionisti”,
subito dopo l’agguato si è diretto
proprio in direzione della vicina
Masseria Cardone. Uno degli esecutori
materiali, che viaggiava su un Piaggio Liberty,
è rimasto anche ferito nel corso
del conflitto a fuoco con la polizia, che
ha intercettato il commando subito dopo
la spedizione di morte in via Labriola.
È fuggito a piedi ed ha fatto perdere
le tracce in pochi istanti mentre una delle
volanti della polizia veniva aggredita
dalla gente scesa in strada. Quattro boss
“scissionisti” sono stati fermati per
controllo in zona e portati in Questura.
Non erano armati, sono stati sottoposti
alla prova dello Stube e sono stati rilasciati
nella tarda serata di martedì scorso.
Si tratta di personaggi di primissimo
piano. Boss di grosso calibro legati a Raffaele
Amato e a Gennaro Marino che sono
a piede libero, solamente sfiorati dalle
tante inchieste che negli ultimi tempi
hanno azzerato i vertici delle due organizzazioni(
ne scriviamo
in basso a sinistra).
I “fortini” dei Di
Lauro e degli “scissionisti”
sono tutt’ora
sotto assedio da parte
delle forze dell’ordine,
sia per bloccare sul nascere qualsiasi
reazione da parte del gruppo di via Cupa
dell’Arco sia per cercare di individuare
il gruppo di quattro killer, tra cui
c’è anche uno ferito ad una spalla. Ma
nonostante i continui controlli i “droga
shop” non hanno chiuso i battenti. L’agguato
si è consumato poco dopo le 17,30
di martedì scorso in via Antonio Labriola,
nel Lotto G, controllato dai
“guaglioni” del clan Prestieri. I quattro
killer, in sella a due moto di grossa cilindrata,
hanno vomitato piombo contro
i due bersagli prima di allontanarsi. Fontanarosa
e Fabricino sono stati soccorsi
dagli amici che erano in zona e portati
al Cardarelli. Sono morti prima di
poter essere sottoposti ad intervento
chirurgico, a pochi minuti l’uno dall’altro.
Sul posto i poliziotti dell’Upg, dei
commissariati Scampia e Secondigliano
e della Squadra Mobile. Sono scattate le
indagini e poco dopo gli “007” hanno ritrovato
le due pistole, una calibro 9 e
una calibro 38, usate dai killer. Sono sottoposte
a tutti gli esami di rito per dare
un volto a chi le ha usate.



GIOVANNI COSMO




Notturno sottoposto a stube e rilasciato


SCAMPIA | Il fratello del fidanzato di Mina Verde fermato dopo il raid in sella ad una moto





NAPOLI. Erano in via Labriola, nei pressi dei “sette
palazzi”, zona controllata dai Di Lauro, proprio
nel momento in cui quattro killer sparavano
all’impazzata ammazzando due fedelissimi
dei Prestieri. Per questo motivo la loro presenza
è apparsa quantomeno sospetta agli investigatori
che rastrellavano la zona subito dopo
l’agguato. Così sono stati fermati e portati
in Questura per essere sottoposti allo Stube. Si
tratta di due personaggi di spicco del gruppo
“scissionista” e due “guaglioni”. Il
personaggio di maggior rilievo è di sicuro
il boss Vincenzo Notturno, 29enne,
detto “Vettorino”, fratello di Raffaele
e Gennaro (ex fidanzata di Mina
Verde, torturata, ammazzata e
bruciata nel corso della faida nel
2004), amante della bella vita. Con
lui c’erano Carmine Pagano, imparentato con
il più noto Cesare, detto “Cesarino”, finito nel
mirino dei “dilauriani” il 4 dicembre del 2004,
quando gli fu incendiata la casa. Gli altri due
fermati sono personaggi “minori”, che guidavano
le due moto: Giuseppe Bastone e Sergio
Russolillo. I quattro sono stati rilasciati nella
tarda serata di martedì dopo che erano stati
sottoposti al “guanto di paraffina”. Non c’entrano
niente con l’agguato, erano lì solo per una
coincidenza. Non risultano indagati e sono
completamente liberi, hanno fatto immediatamente
ritorno a casa.
Ad aprile delle scorso anno Vincenzo Notturno
si rese volontariamente irreperibile.
Scomparve da Secondigliano fino a quando non
fu siglata la pace definitiva. Gli investigatori lo
stavano cercando solo per un normale controllo
ma lui si era sottratto più volte al fermo, riconosciuto
puntualmente dagli “007”. E si sposta
sempre in sella ad una moto di grossa cilindrata
guidata da un “guaglione” e scortata da altri
due energumeni in sella ad un’altra moto. Proprio
la stessa “formazione” individuata ieri subito
dopo l’agguato contro Fontanarosa e Fabricino.
Ventinove anni e già un nutrito curriculum
penale, una Ferrari “Testa rossa” e due moto da
paura parcheggiate nel garage di casa. È il profilo
di Vincenzo “Vettorino”, considerato fino all’estate
del 2004 uno dei “giovani leoni” del clan
Di Lauro e poi transitato nelle file degli “scissionisti”.
Personaggio di notevole spessore,
amante della bella vita e dello sfarzo: ad agosto
del 2004 i carabinieri lo espulsero da Ischia
perché indesiderato con un foglio di via obbligatorio.
L’avevano fermato per un controllo e gli
avevano trovato addosso 5.000 euro in contanti
e un orologio “Rolex” in oro e brillanti. Nella
successiva perquisizione nell’abitazione di
Secondigliano gli investigatori dell’Arma della
compagnia Stella avevano trovato l’autovettura
di lusso, una Ferrari “Testa rossa”, senza poterla
peraltro sequestrare.
Vincenzo Notturno finì nel mirino degli investigatori
il 1° novembre 2004, quando fu sorpreso
insieme con altri “scissionisti” in un
summit di camorra alle “Case Celesti”. Qualche
giorno dopo si rese volontariamente.


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IL ROMA DEL 23 MARZO 2006