Ha cercato di mettersi in fuga rifugiandosi nella sua Smart ma i killer lo hanno raggiunto ancora prima che riuscisse a chiudere la portiera dell’auto e lo hanno freddato. Era il 31 marzo del 2005 e la prima faida di Scampia si avviava alla conclusione. Davide Chiarolanza fu uno degli ultimi uomini ammazzati ad essere associati alla guerra di camorra che sancì la nascita del clan Amato-Pagano e la fine dell’egemonia dei Di Lauro sull’area nord di Napoli e sulle vicine città di Melito e Mugnano.
Chiarolanza si trovava in via Michelangelo (centralissima traversa di via Roma) a Melito, quando riconobbe probabilmente i sicari. Cercò riparo all’interno della sua Smart ma fu raggiunto e colpito alle spalle. I killer non volevano fallire e si avvicinarono, dando il cosiddetto colpo di grazia alla testa. Chiarolanza era considerato dagli inquirenti vicino agli scissionisti del clan Di Lauro, ma non è escluso che ad ordinare la sua morte possano essere state persone che il giovane riteneva essere alleati.
Ancora oggi il ricordo del’omicidio Chiarolanza è vivo in città, i killer infatti non ebbero paura di entrare in azione in pieno centro, con le strade affollate, ed il sole ancora alto in cielo. Volevano ammazzarlo ma anche dare un segnale forte a tutti.