Annullata l’ordinanza che lo scorso 23 gennaio aveva portato all’arresto di killer e mandanti di Antonio Landieri,
il giovane disabile ucciso il 6 novembre
del 2004 ai Sette Palazzi di Scampia all’inizio
della prima sanguinosa faida tra i Di lauro e gli
Scissionisti. Dunque per il boss Cesare Pagano (indicato come il
mandante) a Gennaro Notturno ‘o saraccino (il
killer che rimase ferito dal fuoco amico),
Giovanni Esposito (altro killer), Davide
Francescone (il terzo killer salito di nuovo agli
onori della cronaca in questi giorni per la
vicenda delle nuove case comunali di Scampia,
una delle quali assegnata alla sua famiglia) e
Ciro Caiazza ‘o frauelese, armiere del clan e
padre dei tre pentiti Michele, Antonio e Paolo, c’è stata una clamorosa svolta davanti al tribunale del Riesame secondo cui “Non è
stato possibile comprendere da chi fu deciso
l’agguato e da chi provenne l’ordine e perché; da
dove partì il commando, da chi era composto,
neppure quali auto vennero utilizzate”. Dunque un duro colpo per i magistrati antimafia che avevano lavorato per molto tempo all’inchiesta e che ora preparano ricorso in Cassazione.
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