venerdì, Luglio 18, 2025
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MORIREMO TUTTI DEMOCRISTIANI

Il conclave dei cardinali qualianesi finalmente, dopo tante fumate grigie, pare voglia esprimersi e consentire di far uscire fumo di colore bianco dalla canna fumaria. E l’ottimo Aniello Di Nardo che ci narra delle “convergenze parallele” che stanno disegnando il candidato della coalizione di centro destra. Dopo tanti nomi, tanti sussurri ma soprattutto tante clamorose marcia indietro, dei tanti papabili, alla fine ne è rimasto uno solo, a quanto pare.



E’ Mario Cacciapuoti dunque, il candidato della Casa delle Libertà alla carica di sindaco. Che dire. Niente. Vale quanto già detto altre volte, e cioè che il centro destra ha dovuto fare un salto indietro di trenta anni per trovare un candidato presentabile. Davvero siamo ridotti così male ? Non per Cacciapuoti per carità, persone degna e perbene. Ma davvero non c’è ricambio di manovalanza politica, anche bassa, in questa città ? Persino i cosiddetti “giovani” rampolli (giovani si fa per dire), allevati a pane, delibere e politica, hanno ceduto il passo ? A quanto pare sembra proprio di sì. Sia Salvatore Onofaro che Ludovico De Luca hanno tenuto duro fino alla fine. Poi hanno gettato la spugna : “Scialone non passerà, questo il disperato grido di tanti illustri convenuti sul tavolo del centro destra. E infatti … Giorno dopo giorno, ma con un forcing impressionante soprattutto negli ultimi due mesi, l’ex sindaco della “Qualiano da bere” ha cominciato a lavorare duro sui fianchi di avversari ed alleati per poi sferrare il colpo decisivo al momento opportuno. Il tutto in perfetta solitudine. Sfrontatamente ha iniziato a presentarsi fra le macerie fumanti di un centro destra ridotto ormai alla canna del gas. A steps successivi ha iniziato a téssere il suo personale canovaccio, fatto di sostegno e solidarietà a Michele Schiano e belle parole per tutto il resto degli amministratori uscenti, incurante di una zavorra “pericolosa” chiamata Pasquale Galdiero. A questo punto Cacciapuoti, da semplice comparsa ha iniziato ad assumere il ruolo di attore principale nella Dynasty di casa nostra. Ha dapprima ricondotto i forzisti ribelli di Democrazia Popolare nel solco del “volemose bene che siamo tutti nella stessa barca” quindi, proprio come il buon pastore, ha cominciato a “lavorare” sugli altri pezzi di centro destra. Così tra i due marciapiedi del bar Mimì è iniziata l’interminabile processione di consiglieri, assessori, probabili sindaci e sindaci già bruciati. “Scialone” ha iniziato a riportare tutte le pecorelle smarrite nell’ovile della CDL, dove c’era (e c’è) ancora spazio per tutti. Arrivato a questo punto, il vescovo democristiano ha cominciato a fare da apripista alla costituzione del tavolo di discussione vero e proprio con tanto di comparse, attori, nani e ballerine, che ritrovatisi di nuovo tutti insieme ed orfani di Michele Schiano, hanno subito capito a quale nuovo santo protettore votarsi. “Chi più di Mario Cacciapuoti garantisce continuità con l’andazzo degli ultimi dieci anni ?” Questa è stata la riflessione comune dei convenuti al tavolo. Già, è proprio così. Il nuovo condottiero, rispetto agli altri due sembra rappresentare proprio tutti ed è immune dal pericoloso virus dei veti incrociati. Poi, come succede nelle migliori soap opera, l’evento imponderabile. E’ stata, forse, l’unica fase nella quale la tela sembrava disfarsi.


“Lo sciolgono, lo sciolgono”. Il prefetto fa di nuovo sentire il fiato sul collo a Schiano & Company e già tutti aspettavano solo l’ultima e decisiva spallata al governo cittadino, quando ad un tratto Michele nostro, da vero supereroe, riesce a strappare la candidatura alla Camera alta. Dimissioni e commissariamento del comune. Ma non per infiltrazioni della malavita. Il centro destra riprende fiato, l’esodo verso il centro sinistra è scongiurato. Mario Cacciapuoti a questo punto è pronto a sferrare l’attacco finale. In questa concitata fase è diventato il vero ed unico punto di riferimento degli orfanelli della CDL. Così, nel mentre i suoi possibili avversari, si perdono fra aborti e Rinascite, Ponti e Patti, la sua personale tela inizia a prendere la forma definitiva. “Lo sciolgono, lo sciolgono”. Qualcuno insiste ancora. E lui niente. Con la barra sempre dritta al centro comincia a correre sempre più forte, mettendo una notevole distanza tra lui e gli altri papabili. Anche Schiano a questo punto ha avuta chiara la sensazione che la premiata ditta Biondi (l’ortopedico) & De Rosa (il cardiologo), la sua personale coppia di assi da calare al momento propizio, non gode dei necessari consensi intorno al tavolo. Anzi questi personaggi e sono fumo negli occhi per il resto della coalizione. “Di medici e medicine ne abbiamo piene le scatole” esclamano compatti berluscones e postfascisti”. Chiaro il riferimento. A questo punto la strada per Cacciapuoti è finalmente spianata. Accompagnato dal fido scudiero Marrazzo, dopo trent’anni, per lui, inizia un nuovo giro di giostra. E’ il medioevo della politica.