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Il ‘maestro’ Savastano e la musica neomelodica, l’ironia d’autore sulla canzone nazional-popolare napoletana

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A Napoli si sa la musica è uno dei capisaldi su cui si basa la cultura partenopea. Sin dal secolo scorso la musica ha fatto da colonna sonora alla vita dei napoletani prima con la musica classica, passando poi alla celebre musica-teatrale della sceneggiata portata in auge dal compianto Mario Merola, fino ad arrivare a quello che è il genere, forse, più in voga tra le nuove generazioni, il neomelodico.
Questo genere nasce sul finire degli anni ’70 con Nino D’Angelo vero e proprio capostipite del genere e con il passare del tempo ha visto sempre più artisti dedicarsi a questo genere che trova pareri contrastanti tra chi ama e chi odia questo tipo di musica.
Ovviamente come spesso accade c’è anche chi non ama ma nemmeno odia il genera e semplicemente in maniera ironica lo “prende in giro” scrivendo dei testi parodistici con vocalizzi molto accentuati, proprio come fa il “maestro” Enzo Savastano, artista partenopeo che attraverso i suoi testi non solo ironizza sul genere nazional-popolare ma anzi allarga i suoi simpatici sfottò ad altri generi come l’Indie.
Nella “Canzone Indie” invece il buon Savastano racconta di come si veda costretto a cambiare genere musicale in seguito alla conversione del figlio, che da bambino ascoltava i neomelodici ed ora ascolta l’indie riuscendo a strappare una promessa al papà di scrivergli una canzone Indie che alla fine sembra addirittura piacere anche al “Maestro”.
Come spesso accade agli artisti anche il buon Savastano divide il pubblico in chi crede che sia un vero e proprio fenomeno mediatico che in maniera scherzosa rappresenta coloro che non amano il genere e chi invece crede che le sue canzoni non siano proprio il massimo visto che prendono in giro i loro veri idoli.

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