È in corso, dalle prime ore del giorno, nelle province di Milano, Monza e Brianza, Como, Pavia e Reggio Calabria, una vasta operazione di contrasto alla ‘ndrangheta condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Milano, in esecuzione di 3 provvedimenti applicativi di misure cautelari personali emessi nei confronti di 27 persone dal Gip del Tribunale di Milano, Marco Del Vecchio, su richiesta di Ilda Boccassini, Alessandra Dolci e Sara Ombra della locale Procura Distrettuale Antimafia, e dal Gip del Tribunale di Monza, Pierangela Renda, su richiesta di Luisa Zanetti, Salvatore Bellomo e Alessandra Rizzo della Procura della Repubblica di Monza.
destinatari delle misure cautelari (21 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 3 misure interdittive della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio) sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, lesioni, danneggiamento (tutti aggravati dal metodo mafioso), associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, corruzione per un atto d’ufficio, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento personale. Operazione congiunta delle Procure della Repubblica di Milano e Monza e Brianza.
Il sindaco di Seregno (Monza) Edoardo Mazza, di Forza Italia, è stato arrestato dai carabinieri del Comando provinciale di Milano in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dai Gip dei Tribunali di Monza, nell’ambito della maxi inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Brianza e in Lombardia. È accusato di corruzione: avrebbe favorito gli affari con un imprenditore legato alle cosche, il quale si sarebbe a sua volta adoperato per procurargli voti.
Arresti anche nelle province di Milano, Pavia,
Como e Reggio Calabria nell’ambito dell’inchiesta su infiltrazioni della ‘ndrangheta nel mondo dell’imprenditoria e della politica in Lombardia coordinata dalla Procura di Monza e dalla Procura Distrettuale Antimafia di Milano.
A legare a «doppio filo» politica e ‘ndrangheta, secondo l’inchiesta, sarebbe stato un imprenditore edile di Seregno il quale avrebbe intrattenuto rapporti con politici del territorio, e coltivato frequentazioni e rapporti fatti di reciproci scambi di favori con esponenti della criminalità organizzata. Il suo ruolo sarebbe stato «determinante» per l’elezione del sindaco arrestato, secondo le ricostruzioni degli inquirenti. Il suo interesse era quello di ottenere dai politici una convenzione per realizzare un supermercato nel monzese.
I 27 colpiti dalle misure cautelari sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, lesioni, danneggiamento (tutti aggravati dal metodo mafioso), associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale.
L’inchiesta dei carabinieri, partita nel 2015, e che porta la firma dei pm monzesi Salvatore Bellomo, Giulia Rizzo e del Procuratore della Repubblica di Monza Luisa Zanetti e dei pm della Dia Alessandra Dolci, Sara Ombra e Ilda Boccasini, rappresenta una costola dell’indagine «Infinito», che nel 2010, sempre coordinata dalle procure di Monza e Milano, aveva inferto un duro colpo alle locali ‘ndranghetiste in Lombardia.