venerdì, Luglio 18, 2025
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Estorsioni e droga, così il pentito De Feo rivelò i segreti dei Contini: fu lui a puntare il dito contro Ettore Bosti

E’ una morte misteriosa quella di Vincenzo De Feo, giovane ras dei Contini, morto in carcere in circostanze tutte da chiarire. Con lui se ne vanno i tanti segreti di una cosca che ha fatto la storia della criminalità organizzata partenopea. «Ho fatto parte dei Contini – dichiarò in aula nel 2016 – In particolare stavo con Ettore Bosti e con il suo gruppo. Ho iniziato nel 2008 facendo i passaggi di droga. Mio zio Alfredo De Feo stava con loro già da vent’anni. I primi contatti li ebbi con Gino Cella e Gino Mastellone, responsabili di alcune delle “piazze” del clan. Era per conto loro che ritiravo i soldi».

Come riportato dal Roma le ambizioni dell’allora 19enne si infrangono in una pozza di sangue il 4 agosto 2009. Quel giorno a piazza Mercato, in un tentativo di rapina dell’arma, perde la vita la guardia giurata Gaetano Montanino: nel raid resta ferito anche il suo collega Fabio De Rosa. Dopo tre giorni, Vincenzo De Feo viene ammanettato con l’accusa di essere uno dei quattro killer. L’aspirante ras arriva al capolinea.Il giovane assassino non regge la pressione degli inquirenti e le ristrettezze della vita carceraria. Passano pochi mesi ed ecco che arriva la decisione di collaborare con la giustizia. De Feo ammette il proprio coinvolgimento nel delitto e inizia a parlare dei business del clan Contini.Quello si abbatte sulla cosca del rione Amicizia è un vero e proprio terremoto.De Feo contribuisce così alla redazione di centinaia di pagine di verbali. Interrogatorio dopo interrogatorio, sve-la ogni retroscena del traffico di stupefacenti. E lo fa puntando il dito, in primis, contro il ras Ettore Bosti figlio di Patrizio.