Sistematici accordi corruttivi tra professori di diritto tributario, è questa l’accusa a cui dovranno rispondere i sette docenti coinvolti ed arrestati. La vicenda ha scosso l’intera nazione da Nord a Sud. Il coinvolgimento nella vicenda del professor Fabrizio Amatucci, docente di Diritto tributario, di certo non ha lasciato indifferenti gli studenti dell’Università di Caserta Luigi Vanvitelli.
Tra i corridoi dell’istituto aleggia una sorta di mistero, tutti lo sanno ma nessuno ne parla almeno in quelle quattro mura. La maggior parte si sono dichiarati sconvolti perché non se lo sarebbero mai atteso, come riportato su edizionecaserta. Chi sceglie di parlare, invece, da buon
(futuro) giurista, ricorda che “esiste la presunzione di innocenza fino al terzo grado di
giudizi”.
Intanto emergono nuovi particolari relativamente all’inchiesta che ha portato in manette i
docenti universitari (oltre ad Amatucci, gli altri sei arrestati sono Guglielmo Fransoni, tributarista dello studio Russo di Firenze e professore a Foggia ma anche ex collaboratore di Stefano Ricucci, Giuseppe Zizzo, dell’università Carlo Cattaneo di Castellanza (Varese), Alessandro Giovannini, dell’università di Siena, Giuseppe Maria Cipolla dell’università di Cassino, Adriano Di Pietro dell’università di Bologna, Valerio Ficari, ordinario a Sassari e supplente a Tor Vergata a Roma.).
L’indagine, spiegano gli inquirenti, è nata a Firenze dal tentativo di alcuni professori universitari di indurre un ricercatore, candidato al concorso per l’abilitazione all’insegnamento nel settore del diritto tributario, a “ritirare” la propria domanda, allo scopo di favorire un altro ricercatore in possesso di un profilo curriculare notevolmente inferiore, promettendogli che si sarebbero adoperati con la competente commissione giudicatrice per la sua abilitazione in una successiva tornata.