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La storia del calcio a Giugliano raccontata da Paolo Buonanno, serata amarcord alla presentazione del nuovo libro

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Il calcio a Giugliano è un sentimento, ma non solo. Il calcio a Giugliano è un elemento di vitale importanza per chi ci vive. Se ne sarà reso conto chi, venerdì pomeriggio, era presente alla conferenza del nuovo libro del giornalista Paolo Buonanno “Giugliano e il calcio” (pubblicato da AbbìAbbè Edizioni) e che racconta le vicende di novant’anni di pallone tra speranza e senso di appartenenza. Il libro è dunque una sorta di amarcord lungo quasi un secolo, in cui l’autore ha voluto – dall’alto della sua cura maniacale e della sua esperienza da cronista – fotografare quella che è la realtà sportiva della terza città più grande della Campania.

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L’istituto “Fratelli Maristi” ha accolto tantissime persone tra cui semplici cittadini, vecchie glorie e presidenti del passato. La conferenza, presieduta da Marcello Curzio (giornalista ed ex direttore di “Canale 8”), ha avuto inizio con l’intervento del sindaco di Giugliano Antonio Poziello, il quale è intervenuto a proposito del problema dello stadio, ancora oggi inagibile.
Poi c’è stato l’intervento del professor Mimmo Savino, presidente della Pro Loco: “Innanzitutto per me è motivo di grande orgoglio sia essere presente a questa conferenza che aver scritto una delle due prefazioni del libro di Paolo. Per l’appunto nella prefazione mi sono soffermato su tre canzoni che

trattano di calcio, rispettivamente di De Gregori, Morandi e Ligabue, per sottolineare come il pallone e il mondo circostante siano spesso metafora delle difficoltà della vita stessa, in cui devi tirare fuori gli artigli per poter dimostrare di essere all’altezza”.

Molto interessante l’intervento dell’onorevole Antonio Iodice, presidente dell’istituto di Studi Politici “S. Pio V” di Roma: “Ho accettato di buon grado di scrivere l’altra delle due prefazioni perchè avevo letto il precedente lavoro di Paolo, apprezzandone la grande fatica che ha dovuto compiere per comporlo. Va colta l’importanza di questa sua grande sensibilità, e la trama del nuovo libro è una narrazione della storia del calcio giuglianese che è però intrisa nella trama più generale delle vicende politiche, culturali, economiche e sociali della città. Paolo è innamorato di Giugliano, anche se spesso ha accenti molto critici in quanto, come tanti della sua generazione, ha visto sia cose positive che cose negative; mi è piaciuto cogliere anche il cosiddetto messaggio antropologico di questo testo, e cioè l’invito ai cittadini in generale ma soprattutto ai giovani di ritrovare, o per lo meno di riconsiderare, quel senso di appartenenza con la propria terra attraverso lo sport e il calcio in particolare, nella misura in cui stiamo parlando di un mezzo che nasce sostanzialmente per socializzare e per creare aggregazione”.
Terminati gli interventi “ufficiali”, la conferenza è proseguita con una serie di aneddoti raccontati dai grandi protagonisti del passato, sia essi ex calciatori che ex presidenti. In particolare ha emozionato la testimonianza di Santino Piccolo, portiere giuglianese della stagione 51-52 e attualmente novantenne. Ha chiuso la presentazione l”attuale presidente Salvatore Sestile, intervenuto in qualità di massimo esponente del calcio giuglianese odierno e di nuova speranza per un popolo affamato di gloria sportiva. Prima di salutare tutti, Paolo Buonanno ha ricordato che nel prossimo anno verranno pubblicati altri due volumi, di sua cura, che racconteranno e celebreranno altri aspetti della storia dei “Tigrotti”.

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