«I mezzi utilizzati dai tifosi napoletani per il blitz sono stati tutti identificati». Lo ha detto il sindaco di Verona, Federico Sboarina, che sta seguendo gli sviluppi degli indagini del raid ad un bar nel centro cittadino compiuto da una quarantina di ultras partenopei prima della partita Chievo- Napoli. Il bar assaltato è conosciuto per essere frequentato da tifosi dell’Hellas Verona, che si stavano preparando a seguire in televisione la partita con il Cagliari. «Anche oggi – ha spiegato Sboarina – sono stato in contatto continuo con il questore Mangini per essere informato sugli sviluppi delle indagini». «È stato anche accertato – ha aggiunto – che l’ingresso dei furgoni degli ultras napoletani in ztl è avvenuto poco dopo le ore 13 di domenica. Il lavoro della Polizia procede a ritmo serrato e attendiamo che a questi importanti sviluppi ne seguano altri». «Ripeto che sarò soddisfatto – ha concluso – quando mi diranno che hanno individuato i responsabili di questo oltraggio fatto alla nostra città».
«Non accetterò alcunché da parte degli ultrà napoletani estranei al fatto criminoso». Lo afferma Alan Ceruti, titolare del bar «Caffé Oro Bianco» di Verona che domenica è stato assaltato da 40 ultras napoletani armati di spranghe. Ceruti respinge al mittente l’ipotesi di colletta annunciata dai «Fedayn», gruppo storico della tifoseria napoletana, per contribuire a risarcire i danni subiti nel raid. «Prima di tutto – spiega – perché è giusto che paghino, anche economicamente, le persone presenti e responsabili del vile gesto». «Inoltre, non mi sento di accettare del denaro da ‘terzì a me sconosciuti, innanzitutto perché oltre al danno materiale esistente, pesa di più quello morale verso me e soprattutto verso i clienti e nei confronti di quei bambini indifesi ed impauriti, che piangevano».